La maschera di Salvatore Parolisi, dopo l’omicidio della moglie Melania Rea, sarebbe caduta velocemente dopo un maldestro tentativo di depistaggio iniziato con la versione traballante resa agli inquirenti e culminato nell’intervista televisiva rilasciata a Pino Rinaldi per Chi l’ha visto? il 27 aprile 2011, 7 giorni dopo il ritrovamento del cadavere della 28enne. Melania Rea fu massacrata con 35 coltellate e il suo corpo fu scoperto grazie a una telefonata anonima che ne indicava la presenza nel bosco delle Casermette a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo. Appena 48 ore prima, il 18 aprile, la donna era uscita di casa con il marito e la loro figlia di 18 mesi, Vittoria, per una mattinata all’aperto in zona Colle San Marco. Un viaggio di sola andata verso la fine.



Ed è proprio Pino Rinaldi a tornare sul caso nel format Crimini italiani, in onda sul Nove in prima serata sabato 27 luglio. Fu l’unico giornalista a raccogliere le parole del marito di Melania Rea, all’epoca caporalmaggiore dell’Esercito in servizio ad Ascoli Piceno, prima dell’arresto e ad accorgersi che qualcosa, nel suo racconto e nel suo “pianto a comando” in televisione, non andava. “Mi sono trovato davanti a un uomo vuoto – ha raccontato Rinaldi a TV Sorrisi e Canzoni , privo di valori. Con lui ho capito quanto la banalità dell’essere umano possa sfociare nel male“.



I genitori di Melania Rea: “Salvatore Parolisi stava a casa nostra con la bambina, poi abbiamo capito e…”

Il castello di menzogne di Salvatore Parolisi avrebbe iniziato a cedere con l’emersione della sua relazione clandestina con una collega militare, Ludovica, amante della quale aveva sempre negato l’esistenza durante gli interrogatori. Nel corso di una telefonata con lei, prima di essere indagato e di finire a processo – poi destinatario di una condanna definitiva a 20 anni di reclusione che finirà di scontare tra pochi anni – fingeva di voler cercare la verità e arrivare all’assassino di sua moglie. Un “teatrino” messo in atto per scampare alla giustizia, secondo l’accusa, e assicurarsi un riparo dagli incalzanti sospetti che lo avrebbero fatto precipitare al centro dell’inchiesta.



In una intervista resa a Stefano Nazzi per la trasmissione Delitti in famiglia, nel 2023, i genitori di Melania Rea, Vittoria e Gennaro, e il fratello, Michele, hanno ripercorso il terribile periodo tra il ritrovamento del corpo della loro figlia e l’arresto del genero e cognato. Quest’ultimo, secondo il loro racconto in tv, nei primi tempi dopo l’omicidio di Melania Rea avrebbe vissuto a casa loro con la bambina prima che intorno alla sua posizione montassero atroci dubbi. “Anche in assenza di Melania – ha raccontato Michele Rea, dormì qui. Questo per capire quanto la nostra famiglia credeva in questa persona“. “Ha dormito qua – ha ricordato il padre Gennaro Rea, nel letto della moglie con mia nipote. Lui viveva qua, mangiava qua, dormiva qua. Quando poi, col tempo, abbiamo saputo tante cose, è uscita l’amante, ho detto di prendersi tutte le sue cose e andare via. Lui non ha detto ‘A’, non ha chiesto il perché, senza dire niente è andato via. Io avrei detto ‘perché me ne devo andare? Non vi fidate di me?’“.

Melania Rea, la figlia Vittoria ha cambiato cognome e non ha più contatti con il padre dopo l’omicidio

La figlia di Melania Rea e Salvatore Parolisi non aveva neppure 2 anni quando la mamma è stata uccisa. Dopo l’omicidio, è cresciuta con i nonni materni a Somma Vesuviana, luogo d’origine della madre, ha cambiato cognome e non ha più contatti con il genitore condannato a 20 anni all’esito del processo per il delitto. Per la giustizia italiana, Salvatore Parolisi è l’assassino di Melania Rea e nel 2028, secondo quanto emerso, potrebbe uscire definitivamente dal carcere dove aveva già iniziato a godere di permessi premio 12 anni dopo l’arresto.

Gli sono stati revocati dopo le dichiarazioni rese ai microfoni di Chi l’ha visto? proprio durante un’uscita temporanea dal penitenziario, parole che hanno scosso profondamente la famiglia della vittima e l’opinione pubblica.