Occhiali da sole, tono a tratti irritato e una serie di critiche al sistema giudiziario e ai giornalisti di Chi l’ha visto? per essere dei “vigliacchi”. Sono questi alcuni degli ingredienti con cui Salvatore Parolisi, condannato a 20 anni di carcere per l’omicidio della moglie Melania Rea, si è mostrato davanti alle telecamere della trasmissione di Federica Sciarelli per rilasciare un’intervista esclusiva all’inviata Raffaella Griggi durante un permesso premio concessogli 12 anni dopo l’inizio della detenzione. Un’intervista che, come sottolineato da Michele Rea, fratello della 28enne uccisa nel 2011 a Ripe di Civitella (Teramo), ha scosso la famiglia della vittima destando non poca indignazione.
Salvatore Parolisi ha risposto ad alcune domande seguendo un solo filo conduttore: dichiararsi innocente. La sua versione, ritenuta non credibile dagli inquirenti, è che sì, ha tradito molte volte la moglie ma no, non l’ha assassinata. Una posizione, questa, a cui il fratello di Melania Rea ha risposto intervenendo nel programma di Rai 3 per rappresentare la rabbia e l’amarezza davanti alla possibilità di trovarselo davanti, per strada, da uomo libero. La pena di Salvatore Parolisi, confermata in Cassazione nel 2016 (dopo la riduzione in appello bis da 30 a 20 anni), come precisato dal suo avvocato Antonio Cozza dovrebbe concludersi nel 2028. A potergli dare la possibilità di uscire già da qualche anno, l’ipotesi di un impiego fuori dal carcere di Bollate dove è recluso. Un lavoro che lo stesso Parolisi dice di avere non poche difficoltà a trovare.
Omicidio Melania Rea, Salvatore Parolisi: “Me l’hanno fatta ca*are fino all’ultimo, in 12 anni 12 ore di permesso di mer*a”
Le parole di Salvatore Parolisi, 12 anni dopo l’omicidio della moglie Melania Rea per cui è stato ritenuto responsabile in via definitiva e condannato a 20 anni di reclusione, arrivano nel momento in cui gode di un permesso premio e si trova fuori dal carcere. Le sue risposte all’inviata di Chi l’ha visto? riportano le lancette indietro a quel 2011 quando, stessi toni e stessi occhiali da sole, si mostrava davanti alle telecamere prima che gli elementi investigativi lo inchiodassero. “Sai da quando potevo uscire io? – ha dichiarato all’inviata della trasmissione poche ore fa – Da quattro anni. Me l’hanno fatta ca*are fino all’ultimo, 12 ore di permesso di mer*a mi hanno dato, questo mi hanno dato. Qua stanno gli ergastolani, c’hanno duplici e triplici omicidi, crudeltà, escono dopo 6-7 anni. Io 12“. Parolisi se la prende con la giustizia che, secondo la sua versione, con lui avrebbe preso una cantonata. Sperava di trovare un lavoro per uscire anticipatamente, ma le sue aspettative farebbero i conti con quelli che lui chiama “pregiudizi“: Quando sentono il mio nome e cognome scappano, fanno il deserto“.
Salvatore Parolisi ha dichiarato di aver tradito diverse volte Melania Rea e che quella con Ludovica, la ex collega militare con cui ha avuto una relazione clandestina fino alla morte della moglie, sarebbe stata soltanto “una scappatella“. Nel suo racconto a Chi l’ha visto?, Parolisi ha dipinto i contorni di un matrimonio in cui lui sarebbe stato “trascurato” e avrebbe “sofferto” della presunta invadenza dei parenti di Melania Rea. “Se ne andava, non veniva, ogni tanto venivano loro, non potevo nemmeno stare con mia moglie a letto. La mamma veniva e ogni tanto si addormentava con lei. Poi è uscita incinta… ciao“.
Melania Rea, la rabbia del fratello Michele: “Parolisi non è recuperabile, un assassino del genere in permesso…”
Michele Rea, fratello della vittima, ha replicato in collegamento telefonico con il programma di Federica Sciarelli alle dichiarazioni dell’ex cognato oggi in permesso premio: “Purtroppo mi vergogno, in questo caso, di essere uomo perché dice talmente tante di quelle inesattezze… Che Melania era legata alla mamma, questo come tutte le figlie. Ma mia madre, sicuramente, quando andava là non dormiva nel letto con lei perché rispettava la loro privacy. Non ha mai amato Melania. Le passava, come dice lui, 500 euro al mese. Questo è amare una donna? Quindi deve essere legata a quello che tu le passi e non deve essere libera di poter fare quello che vuole? Rendiamoci conto che lui non è stato presente neanche quando è nata la figlia. Tre gradi di giudizio hanno stabilito che lui è il colpevole dell’omicidio di Melania e da lì non si scappa. Neanche lui può dire il contrario. Ci sono prove certe, il Dna suo sulla bocca di mia sorella…“.
Il fratello di Melania Rea non crede alla possibilità di un recupero e lo ha sottolineato ai microfoni di Chi l’ha visto? alla luce dei toni e delle parole spesi da Parolisi dopo 12 anni di carcere: “A uno che parla in questi termini, la giustizia italiana non dovrebbe dare diritto di avere questi permessi. Non è recuperabile una persona del genere, che parla di donne come se le sfruttasse, non credo che sia un uomo recuperabile. In questo Paese si parla ogni giorni di femminicidio, ma siamo ancora molto indietro. Dopo 12 anni, un assassino del genere esce in permesso. Ne dovrà scontare altri quattro, ma quanto vale la pena di una madre? Niente. Come si fa a non essere arrabbiati? Salvatore Parolisi il conto lo sta pagando con la legge, ma non lo pagherà mai nei confronti della figlia e della famiglia, purtroppo questo è un conto che rimarrà sempre aperto”.
Le parole della difesa sui permessi a Salvatore Parolisi, fuori dal carcere dopo 12 anni
Melania Rea fu trovata senza vita a 28 anni il 20 aprile 2011, due giorni dopo la scomparsa denunciata dal marito, in un boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella (Teramo). Secondo la ricostruzione, Salvatore Parolisi avrebbe condotto una “doppia vita” poi scoperta dalla moglie e l’avrebbe uccisa con 35 coltellate dopo averla aggredita alle spalle per poi tentare un depistaggio. Il 19 luglio dello stesso anno, Parolisi sarebbe stato arrestato con l’accusa di essere l’autore dell’efferato omicidio. Processato e condannato in via definitiva, ora gode dei permessi premio ed è uscito dal carcere dopo 12 anni. Ergastolo in primo grado, la pena sarebbe stata ridotta a 30 anni dalla Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila. Nel 2015, la Cassazione avrebbe confermato la responsabilità di Salvatore Parolisi per i reati di omicidio e vilipendio di cadavere, escludendo l’aggravante della crudeltà e rinviando ai giudici d’appello di Perugia per rideterminare la pena. L’esito finale sarebbe stato una riduzione da 30 a 20 anni di reclusione.
Il suo avvocato, Antonio Cozza, ha spiegato così i termini dei benefici di cui il suo assistito può godere trascorso un certo lasso di tempo in cella nello spettro della buona condotta: “Capisco il sentore popolare – ha detto il legale –, per noi tecnici è qualcosa di normale. Nell’ordinamento ci sono due requisiti: la durata della pena, Salvatore ha scontato 10 anni già da un po’, poteva fare questa richiesta già quattro anni fa, e il requisito soggettivo cioè il percorso che il detenuto fa all’interno della struttura carceraria. Non è semplice ottenere un permesso premio, c’è una attenta valutazione di psicologi, psichiatri, criminologi. Non è qualcosa di automatico“.