Melinda Gates, moglie di Bill Gates, è al pari di lui un’imprenditrice e informatica influente anche nelle questioni che non riguardano strettamente la loro area di lavoro. Melinda e Bill, infatti, sono a capo di una delle più potenti fondazioni umanitarie del mondo, la Bill & Melinda Gates Foundation, che – in occasione della recente pandemia di Covid-19 – è intervenuta per mettere in evidenza un aspetto inedito di questo scenario. In un messaggio diffuso quest’estate attraverso Foreing Affairs, Melinda ha dichiarato che la ‘crisi da coronavirus’ colpirebbe più da vicino le donne che gli uomini.  Per esempio, scrive Melinda, le “donne in travaglio che vengono allontanate dagli ospedali sovraccarichi; lavoratrici domestiche il cui reddito perduto non sarà sostituito da finanziamenti; ragazze che non possono continuare la loro istruzione online perché le loro comunità disapprova la vista di un telefono nelle mani di una donna”.



Il focus della Gates è sull’aspetto economico della questione, che a suo dire non è secondario: se lo sottovalutiamo, sostiene lei, si rischia di “prolungare la crisi e di rallentare la ripresa”. “Ma se i leader – prosegue – usano questa emergenza come un’opportunità per sostituire i vecchi sistemi con nuovi e migliori sistemi, i paesi possono ricostruire un sistema più prospero, più preparato e più equo”.



L’opinione di Melinda Gates sull’influenza della pandemia nel mondo del lavoro

A sostegno della tesi, Melinda Gates porta alcuni dati. Il primo è quello relativo alle gravidanze: “Di fatto il messaggio che milioni di donne incinte ricevono durante una crisi è che va bene partorire a casa, da sole. Ma non è così. Durante l’epidemia di Ebola del 2014, il principale fattore di mortalità materna è stato di gran lunga il fatto che le donne partorivano sempre più spesso senza assistenza medica”. È questo uno dei motivi per cui il Covid graverebbe in maniera maggiore sulla vita delle persone di sesso femminile. L’altra variabile da tenere in considerazione è quella che riguarda le professioni: “Le prime stime suggeriscono che in tutto il mondo, in questa recessione, i posti di lavoro delle donne hanno una probabilità di essere tagliati 1,8 volte superiore a quelli degli uomini. Inoltre, proprio mentre il lavoro retribuito delle donne sta crollando, il loro lavoro non retribuito per la cura dei bambini e dei membri della famiglia sta aumentando drasticamente”. Come uscirne? Melinda fa appello agli esecutivi: “Le donne più emarginate economicamente sono spesso invisibili ai loro governi – hanno meno probabilità di comparire nei registri delle tasse, di avere un’identificazione formale o di possedere un telefono cellulare – e quindi rischiano di perdere questi benefici. La ricerca dimostra che i programmi di protezione sociale che ignorano il genere possono esacerbare le disuguaglianze esistenti”.

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