Melissa Satta e l’assurda etichetta di ‘Sex addicted’: “Come si può scrivere una cosa del genere?!”
Melissa Satta è reduce da un periodo per nulla facile, alle prese con la violenza e prepotenza mediatica che a volte ha l’ardire di giudicare senza reali basi e, soprattutto, a prescindere con un cinismo che può far davvero male. La showgirl è stata bersagliata anche dalla stampa internazionale per una presunta complicità per il cattivo rendimento sportivo di Matteo Berrettini, suo ex fidanzato. La conduttrice ha voluto dunque raccontare a Verissimo cosa ha provato in questo periodo, sottolineando l’ovvia infondatezza della tesi ma soprattutto quanto le parole possano a volte fare più male dei gesti.
“Io non so come si possa arrivare a scrivere una cosa del genere… E’ una cosa talmente personale che non si può verificare, sei mai stato nelle mura di casa mia? Penso di essere una persona normalissima, una ragazza come tante altre; meno mi espongo e sembra che ci sia più l’interesse nel voler dire qualcosa di troppo”. Inizia così il discorso di Melissa Satta, impressionante per la lucidità e forza ostentate nel raccontare un qualcosa che sicuramente l’ha ferita e che avrebbe potuto condizionare la vita di una personalità più fragile. “Questa è una violenza psicologica piuttosto pesante, come capita a tantissime donne che devono sentirsi dire: ‘Perchè ti vesti così, perché porti i capelli così?’… Io non l’ho vissuta bene, perchè tutto questo non mi rispecchia. Anche pubblicamente non penso di essere volgare, mi sono sempre definita il maschiaccio, sono sempre in tuta e a fare sport…”.
Melissa Satta e la forza di difendersi dalle accuse: “Avevo una responsabilità in qualità di madre…”
Melissa Satta ha poi spiegato a Silvia Toffanin come gli epiteti assurdi che ha dovuto sopportare durante la relazione con Matteo Berrettini fossero fonte di preoccupazione anche in riferimento alla tranquillità di suo figlio Maddox. “La cosa che mi dispiaceva di più era: ‘E se Maddox dovesse mai leggere una cosa del genere?’. Si innescano tanti meccanismi e questo veramente mi farebbe soffrire di più… La sofferenza psicologica, come ho detto anche sui social, non è inferiore a quella fisica. Non c’è bisogno di essere così cattivi e crudeli con il prossimo. Cerchiamo di essere semplicemente più gentili, perché è più bello, le parole hanno un peso”.
Come già accennato, Melissa Satta è riuscita ad affrontare un discorso così delicato con estrema lucidità, forza e grinta; le medesime qualità che l’hanno aiutata nel far fronte a quel periodo assurdo. “I mesi in cui mi dicevano che portavo sfortuna come li ho vissuti? Mi è dispiaciuto, però cercavo comunque di tirarmi su e caricarmi, soprattutto per far vivere bene gli altri. Ad un certo punto però ho detto basta, soprattutto per la responsabilità che ho da madre; eravamo semplicemente due ragazzi giovani che stavano vivendo una storia”.