RAI, SAVIANO E FAZIO: PARLA IL DIRETTORE DEL DAYTIME ANGELO MELLONE
Angelo Mellone’s version, il direttore del Daytime Rai si racconta a 360*. In principio furono Fabio Fazio e Lucia Annunziata, poi si sono aggiunti a vario titolo Massimo Gramellini, Luca Bottura, Marianna Aprile, Bianca Berlinguer, Filippo Facci e Roberto Saviano: sono tanti e con motivazioni molto diverse tra loro, i personaggi che non saranno presenti nella prossima stagione di palinsesti Rai e Radio Rai. Il “denominatore comune” resta la polemica politica tra chi se n’è andato sbattendo la porta e lamentando di non essere “graditi” ai nuovi vertici di Viale Mazzini e chi non è stato confermato a seguito di casi mediatici.
Nella lunga intervista odierna al “Corriere della Sera” Mellone – dirigente Rai da ormai 13 anni, mai nascoste simpatie di Centrodestra – si racconta svelando alcune novità sull’intrattenimento in tv dal prossimo autunno, senza schivare i dossier spinosi di queste ultime settimane. Dopo i casi Facci e Saviano, entrambi non confermati nei propri futuri programmi per “linguaggio da codice etico”, Mellone sottolinea di essere tranquillo nel gestire la normalità dei tanti casi in Rai: «La Rai manda in onda altri programmi dedicati a chi impegna la vita nella lotta alla criminalità. Credo che nessuno possa considerarsi depositario unico dei valori antimafia. Lo dico da meridionale con un profondissimo senso della legalità e delle istituzioni». Diverso il discorso sui “casi” Fazio e Annunziata dove la scelta di non rimanere nel Servizio Pubblico è stata presa dagli stessi conduttori: «Sono andati via prima che s’insediassero i vertici, in due casi perché avevano già un accordo con un competitor. Nel caso di Lucia — credo — per qualche progetto extra televisivo in cantiere. Ma i futuri palinsesti, culturalmente, sono i più pluralisti di sempre».
MELLONE: “VORREI PROGRAMMA CHE AIUTI LA NATALITÀ NELL’ITALIA DELLE GENERAZIONI SUPER-CONFUSI”
Facendo un discorso generale sul fronte conduttori, andando dunque oltre ai “casi” seppur mediatamente accesi come Roberto Saviano e Filippo Facci, Mellone sottolinea come esista da sempre il diritto di un direttore di cambiare dei conduttori: parlando della nuova conduzione di “Forrest” su Radio Rai 1, il direttore del Daytime afferma «Bottura e Aprile sono bravissimi, lo è anche Foa. Sono scelte editoriali. Magari in futuro torneranno loro due, e non credo che gli stessi che gridano alla lottizzazione, in nome di una concezione molto, molto proprietaria della Rai, protesteranno».
La prossima nuova Rai vedrà più “delocalizzazioni” sullo stile di Linea Blu e Linea Verde: «Fuori dalla bolla delle grandi città, è una nazione “provinciale”: vive nella molteplicità dei suoi dialetti, tradizioni, leggende, letteratura, tipi umani». Secondo Mellone, l’industria culturale «racconta un pezzo d’Italia, a volte in termini macchiettistici e trascurando aspetti come la qualità della vita dei borghi, il ritorno in campagna di giovani che creano imprese competitive, l’artigianato di avanguardia che ci rende unici al mondo». Allontana il genere trash («non è da servizio pubblico») ma non lo boccia, tanto che alle tv commerciali ruberebbe «qualche reality e factual, qualche talent. Stiamo studiando un adventure game, stile Pechino Express. Vogliamo produrre format originali, assicurarci una “sovranità narrativa”, coinvolgendo, come ho già fatto, le migliori menti». Chiosa finale, Angelo Mellone ammette un desiderio per un nuovo programma da lanciare nei prossimi mesi sul tema della natalità: «Mi piacerebbe un programma che aiutasse una generazione di super-confusi a fare il mestiere di genitori». Per lui, con tre figli alle spalle, il tema dovrebbe essere scevro da ogni racconto ideologico “fluido” o simile dei nostri giorni: «Narrativamente il tema va allargato oltre le discussioni sul desiderio personale e le conseguenti esasperazioni individualistiche. Va spiegato che la ripresa della natalità in Italia è anche l’unico modo per sostenere il sistema del welfare».