MELONI ALL’ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA: IL PLAUSO DI ORSINI AL GOVERNO E LE RICHIESTE PIÙ URGENTI

Crescita, produttività e comunità: l’intervento molto lungo della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’Assemblea di Confindustria 2024 si snoda su questi tre principi, ma è forte più la “mimica” dei presenti a raccontare una convinta convergenza di intenti fra il Governo e il popolo degli industriali. Archiviata l’epoca Bonomi, il nuovo Presidente di Confindustria Emanuele Orsini fa il suo esordio all’Assemblea con tutti i rappresentanti industriali elencano i temi cardine del suo nuovo corso, ma soprattutto invitando il Governo ad intervenire sui temi della crescita proseguendo il (buon) lavoro avviato nelle prime due Manovre di Bilancio.



Orsini invita Meloni ad un lavoro comune, subito colto dalla Premier: «Ho trovato molti spunti utili e condivisibili, non solo sulla manovra ma anche sulla burocrazia». Poco prima nella sua relazione il Presidente di Confindustria aveva sottolineato come vi sono due sostanziali “Italie”, una che supera ogni ostacolo presente e l’altra che invece si nasconde dietro all’apparato burocratico evitando le responsabilità. Meloni ha gradito particolarmente il passaggio, tanto da valorizzarlo poi nel suo intervento (a fondo pagina il video integrale, ndr). Rinnovare il taglio del cuneo fiscale fino a renderlo permanente, migliorare il mercato interno e contrastare il più possibile il Green Deal europeo, ma anche innovare con tecnologia e AI: da ultimo, Orsini chiede di proseguire il lavoro sul “piano casa”, proponendo un tavolo comune con banche, Cdp, assicurazioni, Comuni e appunto il Governo così da studiare un canone sostenibile per sopperire alla mancanza di abitazioni a costi ridotti.



GREEN DEAL: L’ATTACCO DI CONFINDUSTRIA E LA CONVERGENZA CON LA PREMIER MELONI

Tra i vari punti messi all’ordine del giorno da Meloni e Orsini vi è un tema centrale che acquisisce ulteriore importanza vista la recentissima nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue targata Ursula Von der Leyen: il piano sulla transizione ambientale dell’Europa avviato nella precedente Legislatura, secondo il n.1 di Confindustria, è «impregnato di troppi errori che hanno messo e mettono a rischio l’industria». Una produzione industriale con segno “meno” da oltre 18 mesi sta a certificare tale insuccesso del Green Deal, secondo il Presidente Orsini: serve più produttività e serve anche correggere le storture del piano europeo.



La Presidente del Consiglio coglie la palla al balzo e si dice pienamente concorde con la posizione degli industriali sulle politiche climatiche ed energetiche europee: «sui risultati disastrosi frutto di un approccio ideologico del green deal europeo», sottolinea Meloni sulla debacle per la «decarbonizzazione al prezzo di deindustrializzazione». Assieme a Confindustria, Meloni garantisce l’impegno comune per correggere nei prossimi anni le scelte prese dalla prima Commissione Von der Leyen: «Lo vogliamo dire che è non intelligentissima come strategia?», afferma con forza la leader FdI rivendicando la volontà di aiutare l’Europa e non di affossarla nel tentativo di difendere la capacità industriale Ue, «Le persone amiche dell’Europa devono avere il coraggio di dire le cose che non funzionano».

GLI ALTRI TEMI TOCCATI DALL’INTERVENTO DI MELONI DAVANTI AGLI INDUSTRIALI

Nel resto del suo lungo discorso durato quasi 50 minuti, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riaffermato quanto già espresso nelle prime conferenze stampa dopo l’insediamento a Palazzo Chigi: il rapporto con le imprese deve essere il più possibile “sussidiario” con la libertà delle aziende a produrre e creare ricchezze senza che lo Stato intervenga a creare “paletti” e ostacoli, non solo burocratici. Il Paese deve fare la sua parte, spiega Meloni, nel creare l’ambiente più favorevole per generare impresa, stabilità e investimenti: «Abbiamo dato chiaro il messaggio che lo Stato non avrebbe disturbato chi voleva fare ma gli avrebbe camminato accanto come un alleato».

Il Governo punta per questo motivo ad una Manovra di Bilancio con due direttrici fondamentali: il sostegno alle famiglie e maggiori risorse (e minori vincoli) per le imprese, tema piuttosto caro alla Confindustria: senza bonus “inutili”, senza fondi “assistenzialisti” ma con l’impulso di uno Stato che liberi i legacci alle aziende. Riprendendo quanto richiesto da Orsini, l’aumento della produttività del lavoro rimane la centralità e la «priorità assoluta» di questo Governo, specie nel valorizzare quel Mezzogiorno che negli ultimi 24 mesi – secondo le stime riportate dalla stessa Meloni all’Assemblea Confindustria 2024 – è divenuto «la locomotiva d’Italia».