IL COMMENTO DI GIORGIA MELONI DOPO L’ACCORDO IN CONSIGLIO UE SU UCRAINA E BILANCIO

Aiuti all’Ucraina, migranti, bilancio comune, agricoltori e anche il delicato caso di Ilaria Salis: di questo ha parlato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel punto stampa a margine del Consiglio Ue straordinario convocato stamane a Bruxelles. «Non era facile, una soluzione a 26 era un problema, un precedente pericoloso, abbiamo lavorato molto per una soluzione a 27 e siamo molto soddisfatti», ha detto la Premier ai cronisti assiepati davanti all’ingresso dell’EuCo. Meloni prima del vertice allargato ha avuto una riunione “ristretta” con Macron, Scholz, Michel, Von der Leyen e il Presidente ungherese Viktor Orban per poter superare i veti e i “blocchi” posti da Budapest dopo i precedenti Consigli Ue sul tema bilancio e aiuti a Kiev. «Con Orban ho lavorato cercando di portare a un punto che ci consentisse di non dividere l’Europa in un momento come questo», ha ribadito la Presidente dopo che il via libera del Consiglio Ue ha visto nuovamente l’unanimità dei 27, Ungheria compresa.



Il governo italiano ha avuto un ruolo di primo piano «e Giorgia Meloni è stata protagonista in prima persona delle mediazioni che hanno consentito di arrivare alla soluzione che ha messo d’accordo tutti», faceva sapere Palazzo Chigi presso fonti europee nell’immediato dell’accordo raggiunto a Bruxelles. Meloni insiste che con tutti i problemi che si continuano ad avere in Europa, serve un vero cambio di passo per poter dialogare con tutti, «non puoi pensare di risolvere i problemi parlando con due o tre persone ma devi avere una capacità di dialogo con tutti». L’accordo prevede 50 miliardi di euro per l’Ucraina all’interno del bilancio dell’Ue, con il veto ungherese brillantemente superato fin dalle prime riunioni odierne, frutto dei colloqui bilaterali avuti nei giorni scorsi (molti proprio con Meloni).



ILARIA SALIS E PROTESTA AGRICOLTORI: COSA HA DETTO LA PREMIER MELONI

Poche ore prima era stato lo stesso Orban a confermare del ruolo importante avuto dalla Presidente del Consiglio italiana durante e prima del Consiglio Ue, anche sul delicato caso legato alla 39enne maestra “anarchica di sinistra” Ilaria Salis, detenuta nelle carceri di Budapest con pesanti accuse di pestaggio e aggressione di manifestanti di estrema destra. Nel corso del punto stampa dopo il Consiglio Europeo, la Premier Meloni ha spiegato che il tema di una eventuale detenzione in Italia «va discusso quando sapremo come andrà il processo. Devo segnalare che, a differenza di come molto spesso si è scritto in Italia, anche in Ungheria c’è l’autonomia dei giudici e i governi non entrano nei processi. Questo non è oggetto di quello di cui posso parlare con il primo ministro ungherese». Meloni con Orban ha parlato piuttosto di garantire il più possibile – come del resto avvenuto anche con altri casi di italiani detenuti all’estero – «che venga riservato un trattamento di dignità, di rispetto, un giusto processo e anche veloce». L’Italia chiede all’Ungheria di accorciare il più possibile i tempi del processo, visto che già la prossima udienza è slittata fino addirittura a maggio 2024: «Per il resto né io né Orban possiamo entrare nel giudizio che compete alla magistratura. Posso solo sperare che Ilaria Salis sia in grado di dimostrare la sua innocenza e la sua estraneità a questa cosiddetta ‘Banda del martello‘. Noi come governo garantiamo tutta l’assistenza che dobbiamo».



Sulle immagini ignobili di catene e manette in bella vista al processo, Meloni deplora la “forma” ma mette in evidenza come «non è un trattamento riservato a questo detenuto. Accade in diversi Stati, anche occidentali, che i detenuti vengano portati così in tribunale. Non è nostro costume, non lo facciamo. Sono immagini che da noi impattano ma negli altri Stati sovrani succede così». Il Presidente ungherese ha confermato di aver fornito a Meloni tutti i dettagli del caso Ilaria Salis, chiarendo come nel sistema d’Ungheria «la magistratura non dipende dal governo ma dal parlamento. Il sistema giudiziario è totalmente indipendente dal governo. L’unica cosa che sono legittimato a fare è fornire i dettagli del suo trattamento in prigione ed esercitare un’influenza affinché abbia un equo trattamento». Orban ha spiegato a Meloni di aver fatto tutte le verifiche del caso per valutare che fossero rispettati tutti i diritti e che non fosse isolata dal mondo durante la detenzione.

All’interno dei vari accordi presi in Consiglio Ue, Meloni riporta degli 8 miliardi destinati ala dimensione esterna per la gestione dell’immigrazione: «servono ad affrontare il tema della migrazione su un piano sicuramente securitario, ma anche su un piano di sviluppo, cioè garantire il diritto a non essere costretti a emigrare dalla propria terra. C’è una strategia dell’Europa che nell’ultimo anno è fortemente cambiata ed è cambiata grazie all’impulso italiano». Un breve passaggio sul Vertice Italia-Africa ha visto poi la conferma della Premier del lungo dibattito avuto durante il Consiglio Europeo, anche a livello di singoli bilaterali: «E’ stata considerata da tutti una bella pagina di politica estera italiana ed europea. Tutti comprendono che l’Italia, in questo attivismo, comunque è l’interfaccia dell’Europa con l’Africa e ci ringraziano per questo lavoro che stiamo facendo e che porteremo anche alla presidenza del G7».