LA PREMIER MELONI VEDE I SINDACATI: COSA È SUCCESSO, LE NOVITÀ SULLA MANOVRA

«Stiamo lavorando sulla legge di bilancio, su questo devo essere chiara: la situazione è quella che è, bisogna ragionare per priorità, noi abbiamo deciso che la priorità è coprire la questione energetica, le bollette. Quindi le risorse le metteremo tutte lì»: lo ha detto la Premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi incontrando tutti i rappresentanti dei sindacati nazionali in quello che è di fatto stato il primo vero incontro con le parti sociali della neo-Presidente del Consiglio. Dopo il lavoro preparatorio fatto dalla Ministra del Lavoro Calderone negli scorsi giorni, la leader FdI ha incontrato in leader di Cgil, Cisl, Uil e le altre sigle per ribadire i temi prioritari del Governo sulla prossima Manovra, lanciando anche qualche allarme per le tematiche “calde” di bollette e pensioni. «La priorità è il lavoro», ha detto ancora Meloni sottolineando come «siamo nel mezzo di una crisi internazionale sociale, usciamo da una pandemia, c’è una crisi energetica in corso, un aumento dei costi delle materie prime, un’inflazione vicina al 10%, salari inadeguati, pensioni di oggi basse e quelle future che rischiano di essere inesistenti».



Il tema dirimente deve essere la riduzione della tassazione sul lavoro, in quanto «L’Italia ha tra i tassi più bassi di occupazione dell’Occidente, ha tra i più bassi tassi di lavoro femminile, tra i più alti tassi di lavoro nero. Abbiamo anche una tassazione sul lavoro che è un grande freno, tassi di interessi che tornano a salire. In definitiva, non è una situazione facile quella che troviamo, ma la affronteremo». Meloni ai sindacati ha sottolineato la necessità di arrivare a decisioni in un clima di collaborazione e non di contrasto continuo: «Possiamo decidere di affrontare questa situazione in una logica di contrapposizione, oppure decidere di farlo in una logica di collaborazione. Il mio personale approccio sarà di lealtà e di trasparenza, e sono sicura di poter trovare lo stesso atteggiamento anche dall’altra parte di questo tavolo». Fermare la speculazione sui guadagni dell’energia, ridurre le tasse, blindare le pensioni in attesa di una riforma strutturale nel 2023 e puntare a ragionare sull’alleanza per la sicurezza energetica: «le risorse del Pnrr destinate alle infrastrutture energetiche erano intorno al 5% delle risorse complessive. Bisogna stabilire quali siano le priorità e questo è un tema strategico del quale mi interessa in relazione ad un’alleanza per la sicurezza energetica che diventa, nel caso nostro, non solo un tema di sicurezza e di indipendenza ma anche di strategia che può essere una delle nostre scelte più felici». Lanciando un appello anche alle forze di maggioranza, la Premier Meloni tornando sulla Manovra sottolinea come l’impegno massimo contro il caro bollette significa anche «rinviare alcune delle nostre storiche rivendicazioni da riprendere quando liberemo altre risorse, perché su questo sono ottimista, potremmo trovarci tra qualche mese a fare una variazione di bilancio che ci consente di spostare risorse». Sul tema pensioni, dopo aver sottolineato l’interesse a prendere il dossier già nei prossimi giorni («si rischiano pensioni future inesistenti») la Presidente del Consiglio ha annunciato ai sindacati la firma del decreto MEF con cui il Ministro Giorgetti pone un adeguamento (aumento) alle pensioni pari a +7,3% a partire dall’1 gennaio 2023, come previsto dalla normativa vigente in base al calcolo sull’inflazione aggiornata ai dati Istat del 3 novembre 2022.



SINDACATI A MELONI: COSA HANNO DETTO CGIL, CISL E UIL

Clima di collaborazione, approvazione di alcune tematiche (energia e tassazione lavoro) ma anche distanze nette su diversi punti elencati dalla Premier Meloni: i sindacati a Palazzo Chigi hanno commentato all’uscita il tavolo con il Governo atteso fin dal primo giorno dopo l’insediamento dell’esecutivo Meloni. «Sul piano formale – ha spiegato fuori da Palazzo Chigi il leader della Cgil Maurizio Landiniil presidente del Consiglio ha dichiarato una grande disponibilità a un confronto sui vari temi da affrontare anche per le scelte strategiche che devono essere fatte. Ha dichiarato che considera il rapporto con le parti sociali molto importante. Sul piano formale questo è un elemento su cui abbiamo dichiarato la nostra piena disponibilità al confronto, alla discussione e ad avanzare proposte. Nel merito ad oggi noi risposte non ne abbiamo avute». Niente Flat tax, serve una riforma fiscale più ad ampio raggio e stop ai condoni sono gli altri tre punti cardinali posti dal n.1 della Cgil al tavolo con la premier Meloni i Ministri Urso, Calderone, Giorgetti.



Per il leader della Cisl Luigi Sbarra invece «quella con il governo è stata una riunione positiva, importante, apprezzabile soprattutto per l’impegno che il premier Meloni ha assunto con il sindacato di consolidare e valorizzare il dialogo sociale, tanto nella gestione dell’emergenza quanto nelle fasi di confronto della Legge di stabilità». L’incontro è stato decisivo, spiega ancora il n.1 della Cisl, «anche per condividere e concertare una strategia che guardi al medio-lungo periodo che faccia leva sulla crescita, sul rilancio degli investimenti, sulla qualità e quantità del lavoro e sul cammino delle riforme che il governo sostiene che vada affrontato e portato avanti insieme». Infine, il leader della Uil Pierluigi Bombardieri «Detassare subito le tredicesime per dare ristoro ai dipendenti e ai pensionati e, poi, detassare gli aumenti contrattuali e quelli derivanti dalla contrattazione di secondo livello e, ancora, ridurre il cuneo fiscale. Tutto ciò puntando anche sull’estensione della tassazione degli extra- profitti». I sindacati in unità hanno poi chiesto al Governo di prorogare subito tutte le misure in scadenza «per contrastare il caro bollette e fronteggiare questo eccessivo tasso di inflazione che si sta alzando, con misure rivolte a sostenere i redditi dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e delle famiglie», ha spiegato Sbarra uscendo a Palazzo Chigi, «Nel prossimo decreto vanno destinate le risorse, intorno a 9,5 miliardi, per prorogare lo sconto in bolletta per le famiglie in difficoltà valutando la necessità di alzare l’Isee va operato un forte aumento dei fringe benefit detassati da contrattare con le imprese e azzerare l’Iva sui beni di largo consumo per le famiglie in difficoltà. E rinnovare subito i contratti, a cominciare dalla scuola».