LA REPLICA DELLA PREMIER MELONI AL SENATO SUL CONSIGLIO UE

La Premier Giorgia Meloni non ha ripetuto il medesimo discorso visto ieri alla Camera (qui il testo ufficiale) ma si è “limitata” alle singole repliche ai vari interventi del Senato stamane proprio in risposta alle Comunicazioni della Presidente in vista del prossimo Consiglio Ue. «Se davvero si fosse dovuto temere che con un nuovo governo ci sarebbe stata una posizione diversa sul conflitto in Ucraina, quel timore avrebbe potuto esistere se avessero vinto altri. I partiti di centrodestra nei fatti hanno sempre votato in maniera chiara, a differenza del centrosinistra. Le uniche distonie erano nel campo anche da lei rappresentato»: lo ha detto Meloni replicando al discorso di Pierferdinando Casini. Un campo, aggiunge la Premier, «che aveva tra gli alleati, un partito che scriveva che non bisognava mandare armi all’Ucraina, la sinistra alleata con il Pd». Replicando sempre sul tema Ucraina questa volta al Movimento 5Stelle, Meloni ribadisce «L’unica possibilità a oggi per un tavolo di negoziazione è che ci sia equilibrio fra le forze in campo nel conflitto. Questo passa per il sostegno all’Ucraina. Se non avessimo sostenuto l’Ucraina, come diceva qualcuno, perché era troppo debole, non avremmo avuto una pace ma un’invasione. Difendo il diritto di una nazione sovrana a difendere la sua sovranità».



Attaccando direttamente i banchi del M5s, la Presidente Meloni sottolinea in vista dell’imminente Consiglio Ue a tema: «L’unica possibilità a oggi per un tavolo di negoziazione è che ci sia equilibrio fra le forze in campo nel conflitto. Questo passa per il sostegno all’Ucraina. Se non avessimo sostenuto l’Ucraina, come diceva qualcuno, perché era troppo debole, non avremmo avuto una pace ma un’invasione. Difendo il diritto di una nazione sovrana a difendere la sua sovranità Si può proporre un Reddito di cittadinanza ai russi per convincerli a ritirare le truppe?». Sull’energia la trattativa Ue è in atto e infatti stamane è stato deciso di rinviare il Consiglio Energia del prossimo 19 dicembre: «non ho preso la parola prima dell’inizio del dibattito perché non ci sono novità sostanziali dal Consiglio Affari energia di ieri a Bruxelles. La trattativa è ancora in corso, sembra rinviato al Consiglio energia del 19 dicembre. Noi porteremo la questione sul tavolo del Consiglio europeo di domani». Da ultimo, fronte migranti, si ribadisce la tendenza di porre in Europa le istanze italiane: «Il tema non è la redistribuzione, quello che pongo è un tema di pari dignità tra i paesi Ue. Perché l’Italia dovrebbe accettare qualcosa che gli altri non vogliono fare in Europa? La soluzione è fermare le partenze e difendere i confini esterni della Ue. Anche gli altri non vogliono movimenti secondari, le redistribuzioni, le Ong». Secondo Meloni, serve in Europa una nuova triangolazione con Francia e Germania in quanto è fortemente mancata negli scorsi anni, «Il tavolo ha barcollato perché le gambe erano due. Ora la situazione è cambiata e consente a noi di giocare un ruolo diverso».



LE COMUNICAZIONI DELLA PREMIER MELONI ALLA CAMERA PER IL CONSIGLIO UE

Lo ha detto ieri nel vertice in video collegamento del G7 davanti al Presidente ucraino Zelensky, lo ha ribadito stamane nelle Comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 15-16 dicembre: per Giorgia Meloni, l’Italia deve rimanere ora e sempre a fianco dell’Ucraina per far finire la guerra iniziata dalla Russia. Nel discorso alla Camera dei Deputati avvenuto stamane – domani la replica al Senato alle ore 9.30, ndr – la Presidente del Consiglio ha illustrato i punti più importanti che saranno discussi giovedì e venerdì nella due giorni di vertice europeo: «La storia ci ha insegnato che non ci sono benessere e sviluppo dove non ci sono pace e libertà e per questo riteniamo che l’Ue debba continuare ad essere unita nel sostegno all’Ucraina contro l’aggressione russa. Le nostre convinzioni non mutano. Il governo ribadisce il sostegno a Kiev».



Con la guerra tra Ucraina e Russia, riflette la Premier Meloni nelle Comunicazioni alla Camera, «in gioco non vi è solamente il rispetto del diritto internazionale e il conflitto non coinvolge unicamente il futuro libero e pacifico del popolo e delle istituzioni ucraine, ma quello dell’intero Europa in altre parole piaccia o no a chi per certi versi comprensibilmente vivendo un’epoca di crisi vorrebbe voltarsi dall’altra parte, il conflitto in Ucraina ci riguarda tutti per questo convenzione a avviso aperto continueremo a sostenere il cammino europeo in Ucraina». Certo, occorre un maggiore spirito diplomatico e di pace che “pulsi” dall’Europa fino agli Stati Uniti, tant’è che la Presidente del Consiglio sottolinea come «Continueremo a impegnarci perché si faccia ogni sforzo diplomatico utile alla cessazione dell’aggressione da parte della federazione Russa, tra timidi segnali incoraggianti come lo scambio di prigioniero e l’accordo sulla commercializzazione del grano e continue azioni inaccettabili, come i deliberati attacchi russi alle infrastrutture civili, lo spazio di manovra per il cessate il fuoco appare oggi purtroppo assai limitato. L’Italia crede che l’Unione Europea debba assumere su questo fronte un ruolo più incisivo e appropriandosi della sua vocazione geografica e geopolitica a beneficio della sicurezza dell’intero continente». Per poter ottenere una pace giusta, continua Meloni, occorre che l’Italia continui a fare la sua parte anche per convincere l’Unione Europea a fare la sua, «tramite lo strumento finanziario europeo, con il quale viene parzialmente rimborsato il controvalore economico degli aiuti militari, sia attraverso la partecipazione alla missione europea di addestramento dei militari dell’Ucraina, inoltre siamo protagonisti in ambito Nato con l’attivazione di misure di irrobustimento della postura di deterrenza e difesa».

ENERGIA, IRAN, UE, MIGRANTI: COSA HA DETTO GIORGIA MELONI ALLA CAMERA

Lanciando una piccola ma significativa critica all’impianto decisione dell’Europa – travolta tra l’altro in questi giorni dallo scandalo Qatargate tutt’altro che concluso – la Premier Meloni alla Camera dai banchi del Governo spiega come il dibattito fino ad oggi si è sempre concentrato sulla questione (nei rapporti Italia-Europa) se nel nostro Paese debba esserci più o meno Europa. «Quasi mai ci siamo chiesti sei in Europa ci dovesse essere più Italia e questo, invece, è l’obiettivo di questo governo perché l’Italia ha tutte le carte in regola per offrire il suo contributo autorevole. Stato fondatore dell’Unione europea e dell’Alleanza atlantica, non intende tirarsi indietro. Siamo protagonisti e non comprimari di questo dibattito». Puntando il dito contro chi la guerra in Ucraina l’ha cominciata – e ribadendo l’impegno per un ruolo di mediatore che l’Ue e l’Italia debbono assumere – Meloni afferma alla Camera: «Non dobbiamo consentire che Putin utilizzi la carenza di cibo come arma contro l’Europa, come già sta facendo con il gas e il petrolio. Per perseguire l’obiettivo di assistere il popolo ucraino è necessario anche l’aiuto militare. Perché, lo ripeto, al di là della facile propaganda, le condizioni possibili per far cessare le ostilità sono 2: che uno si arrenda (ma se fosse l’Ucraina non sarebbe pace, ma invasione), oppure che tra le forze in campo ci sia un sostanziale equilibrio, uno stallo, che costringerebbe chi ha mosso l’invasione a desistere e venire a più miti consigli».

Citando le recenti tensioni fortissime in corso in Kosovo e nei Balcani, la Presidente Meloni richiama l’Europa a riflettere sul proprio ruolo di attore internazionale: «L’attuale scenario internazionale ci impone di riflettere sull’Ue come attore fondamentale per impedire che vuoti strategici vengano riempiti da altri attori. Nei Balcani occidentali la stabilizzazione è fondamentale così come è fondamentale tenere la regione ancorata ai nostri valori. Se c’è un’esigenza che accomuna tutti i Balcani occidentali è l’integrazione europea. La grande domanda d’Italia è un’opportunità che dobbiamo poter cogliere, significa rendere l’Italia più centrale in Europa». Dall’Ucraina ai Balcani fino allIran, Meloni sottolinea l’importanza che il Consiglio Ue possa essere unito anche su questa emergenza internazionale: «Guardiamo insieme con favore all’inserimento nelle conclusioni del Consiglio Europeo di un segnale di condanna per le sentenze di pena capitale in Iran, a seguito delle proteste nel paese. L’uso della forza contro dimostranti pacifici, contro le donne, da parte delle autorità iraniane è ingiustificabile e soprattutto inaccettabile, questo governo sarà sempre impegnato per la difesa e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Iran come nel resto del mondo». Sul tema energia, la risposta europea finora è stata del tutto «insoddisfacente, inattuabile a condizioni date. E’ fondamentale porre un argine alla speculazione», denuncia la Premier Meloni nelle Comunicazioni pre-Consiglio UE. «La posta in gioco per l’Europa sull’energia è molto alta, definisce la capacità dell’Europa di proteggere le sue famiglie e le sue imprese, senza lasciar prevalere logiche unilaterali secondo le quali gli Stati con maggior spazio fiscale fanno da se e quelli con scarsa capacità di spesa possono esse lasciati indietro»: procedere in ordine sparso, conclude Meloni, «non solo sarebbe una illusione ma si tradurrebbe in una realtà molto diversa da quella decantata in questi anni. Occorre fermare la speculazione e assicurare risorse a a tutti». Da ultimo il passaggio sui migranti dove il perdurante scontro a distanza tra Italia e Francia non sembra affatto risolto: «Il dibattito deve passare dalla ridistribuzione dei migranti alla difesa comune dei confini Ue. Serve un quadro di collaborazione basato su flussi legali e contrasto a quelli illegali fermando le partenze e lavorando a una gestione Ue dei rimpatri. L’Italia sta sostenendo l’onere maggiore della protezione delle frontiere, non intendiamo fingere che vada bene così. Mi convinco sempre di più, se mai ce ne fosse bisogno, che arricchire questi cinici schiavisti del terzo millennio nulla abbia a che fare con il concetto di solidarietà. Di fronte a questo fenomeno, è necessario responsabilizzare l’Ue e i Paesi della sponda sud del mediterraneo».