LA VISITA LAMPO DI GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO DA DONALD TRUMP (E DAL PROSSIMO GOVERNO USA): ECCO COME È ANDATA
La visita lampo di Giorgia Meloni in Florida nella residenza di Donald Trump svela certamente un tema chiave, prima di addentrarci sui contenuti (almeno su quelli emersi, ndr) dell’incontro a Mar-a-Lago: al momento, con l’insediamento del Presidente Usa che deve ancora avvenire il prossimo 20 gennaio 2025, la Presidente del Consiglio italiana è la leader europea maggiormente in grado di costruire un dialogo e un confronto con il designato prossimo inquilino della Casa Bianca. In un’Europa che vive con apprensione i possibili rapporti USA-UE dei prossimi 4 anni, la leader italiana da tempo – anche grazie al rapporto diretto con Elon Musk tanto con Matteo Salvini quanto con la stessa Premier – ha un canale aperto con Washington che a Bruxelles non possono ignorare.
Con questa doverosa premessa, il vertice a sorpresa svelato nelle scorse ore dalla stessa Giorgia Meloni, ha visto i due leader incontrarsi a Palm Beach: 5 ore in tutto, con la ripartenza già stamattina (ora Italiana) per Roma Fiumicino che ha stupito tutto, dal New York Times fino ai media italiani ed europei. Con la consueta “regia” organizzativa del prossimo responsabile del Dipartimento per l’Efficienza, Giorgia Meloni è giunta dopo la mezzanotte italiana a Mar-a-Lago, la residenza di Donald Trump in Florida: molti i temi sul piatto, secondo le prime informazioni filtrate dagli USA e dall’ANSA qui in Italia. I dazi, il problema dei costi gas, la guerra in Ucraina e sopratutto la questione del carcere di Cecilia Sala in Iran, legato a doppio filo con l’arresto del presunto terrorista iraniano a Malpensa “imposta” dagli Stati Uniti.
LIBERAZIONE CECILIA SALA: PASSA ANCHE DA QUESTO DOSSIER LA LEADERSHIP ITALIANA NEI RAPPORTI TRA USA E UE
Meloni ha incontrato l’intero “parterre de roi” del prossimo Governo Usa, oltre al Presidente eletto anche il nuovo Segretario di Stato Marco Rubio, il prossimo Segretario al Tesoro Scott Bessent oltre ovviamente al nuovo ambasciatore Usa in Italia Tilman Fertitta, con il consigliere per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca Mike Waltz: «un grande alleato e un forte leader», ha detto della Premier il senatore con origini cubane, prossimo “Ministro degli Esteri” del Governo Trump.
Dal Presidente degli Stati Uniti presto al ritorno alla Casa Bianca, l’elogio di Meloni e del Governo italiano è legato a doppio filo con le difficoltà invece storiche con gli altri leader europei, forse escluso il rapporto “odi et amo” con Emmanuel Macron. «Ha preso d’assalto l’Europa», sono state le parole usate da Donald Trump nel parlare con Giorgia Meloni, secondo i giornalisti USA ammessi al breve incontro di Palm Beach. Come appunto già premesso, uno dei temi chiave del dialogo Meloni-Trump è la spinosa vicenda di Cecilia Sala e Mohamed Abedini, con la guerra a distanza con l’Iran sullo sfondo: «La Premier italiana ha premuto in modo aggressivo» sulla liberazione della giornalista detenuta senza motivo effettivo nel carcere di Evin a Teheran. Al netto di come potrebbe finire la vicenda, si spera nel miglior modo possibile per Cecilia Sala e la sua famiglia, il vertice in Florida racconta di un canale privilegiato presente sull’asse Roma-Washington che potrebbe portare ulteriori slanci diplomatici e geopolitici in un’Europa che si appresta a vivere 4 anni di Presidenza Trump dopo averlo criticato e attaccato con quasi tutti i leader attuali UE. Quasi, tranne appunto l’Italia di Meloni che ora incassa gli elogi e il ruolo “principale” nel dialogo tra Stati Uniti e Vecchio Continente.