+++ Approvata la risoluzione del Governo sulle Comunicazioni della Premier Meloni: 109 Sì, 69 No, 4 astensioni. Nel testo non si cita direttamente il piano ReArm EU, si sostiene l’Ucraina e gli sforzi degli Stati Uniti per la pace, ribadendo la necessità di investire nella difesa «nel quadro della NATO», rimarcando l’opposizione a tasse aggiuntive nel negoziati sul prossimo bilancio UE. +++
IL DISCORSO DI MELONI IN “PUNTI” E L’ATTESA PER LE VOTAZIONI
Nel delicato e molto lungo discorso tenuto in Senato questo pomeriggio, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è riuscita a mantenere dritta la “barra” del Governo, non scontentando nessuna componente sui tanti dossier citati nelle sue Comunicazioni pre-Consiglio UE (qui il testo integrale, ndr): ma come spieghiamo qui sotto, erano i passaggi su Ucraina e riarmo a tenere acceso l’interesse non solo del Parlamento ma anche di chi a Bruxelles vede con timore i vari posizionamenti degli Stati sul ReArm lanciato da Von der Leyen.
In primo luogo, Meloni conferma l’importanza di investire sulla difesa ma questo non significa il solo potenziamento degli arsenali: «senza difesa non c’è sicurezza, senza sicurezza non c’è libertà», sottolinea la presidente aggiungendo che l’Europa deve sì fare la propria parte ma non in una logica solitaria. Nella migliore delle ipotesi è un ragionamento “ingenuo”, nel peggiore è “folle”, ma per Meloni è impossibile che l’UE oggi e domani possano fare da soli senza la Nato, «non si può rimanere fuori dalla cornice occidentale euro-atlantica che per 75 anni ha garantito sicurezza all’UE», oltre ad aver garantito aiuti all’Ucraina negli ultimi 3 anni.
Semmai, sottolinea Meloni che conferma la volontà del Governo di non aderire ai fondi di coesione per finanziare il riarmo, non bisogna minare l’Occidente dal suo interno: «chi scava un solco tra Ue e Usa vuole indebolirci tutti, a beneficio di altri attori…». Occorreva nominarlo “Defend Europe” e su questo Meloni critica Von der Leyen e Bruxelles: non bisogna infatti utilizzare fondi dei cittadini per la spesa sulla difesa, occorre invece puntare a 360° sulla sicurezza con investimenti non solo nella difesa e nelle armi.
Nonostante abbia ammonito Stati Uniti ed Europa sull’inseguirsi a suon di dazi e contro-dazi («serve buon senso senza farsi dettare dalla logica dell’istituto, ricercando rispetto e convenienza economica»), sull’Ucraina il Governo italiano mira a confermare il pieno sostegno al diritto di difesa contro l’offensiva degli invasori russi. Manifestando piena solidarietà al Presidente della Repubblica Mattarella dopo gli attacchi della Russia, la Premier Meloni nelle Comunicazioni al Senato ha concluso con tre principi ben chiari: l’Italia è a fianco di Kiev, non vi sarà alcun invio di truppe italiane in Ucraina (se non con missioni ONU, ndr) e non bisogna dividere Usa ed Europa sulle garanzie per il futuro del Paese invaso dalla Russia, «sosteniamo gli sforzi del Presidente Trump per la pace in Ucraina».
Nelle repliche al termine della lunga giornata di Comunicazioni, la Premier Meloni ha ammesso che il piano e il costo di 800 miliardi di euro è un qualcosa di «un annuncio roboante che non rispecchia appieno la realtà», spiegando che i soldi attualmente non ci sono e che dunque ipotizzare un esborso in deficit così non è assolutamente concreto come passo europeo. Così come l’esercito Ue non è affatto all’ordine del giorno, semmai la vera sfida è rimanere nel pilastro NATO rinsaldando i rapporti tra i vari partner in Occidente.
Senato della Repubblica, il mio intervento di replica in seguito alla discussione in Aula. Seguitemi in diretta https://t.co/ZSm6cd8ETz
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) March 18, 2025
OGGI SENATO, DOMANI CAMERA: IL DISCORSO DI GIORGIA MELONI VERSO IL CONSIGLIO EUROPEO
Si scrive “Comunicazioni verso il Consiglio Europeo”, ma si legge in realtà primo “redde rationem” sul piano di Riarmo della Commissione UE: il discorso atteso oggi al Senato (con replica domani alla Camera) della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è un primo, significativo, momento politico in cui maggioranza e opposizione potranno confrontarsi sull’evoluzione improvvisa degli scenari europei a fronte dei negoziati Usa-Russia-Ucraina.
Alle ore 14.30 circa la Premier Meloni è attesa a Palazzo Madama per le Comunicazioni canoniche prima del Consiglio UE del 20-21 marzo a Bruxelles: migranti, energia, difesa, ma soprattutto Ucraina e aggiornamento sul ReArm UE già votato (in parte) dal Parlamento Europeo all’interno del Libro Bianco per la Difesa europea. Tanta carne al fuoco da seguire in diretta video streaming sui canali social del Governo e del Senato (che trovate qui sotto a fondo pagina embeddati, ndr), attendendo poi le repliche dei vari gruppi politici e la risposta ulteriore della leader FdI.
Dopo le spaccature avvenute negli scorsi giorni sia dentro le coalizioni – FI e Fratelli d’Italia hanno votato a favore in Parlamento UE, la Lega invece contraria – che negli stessi partiti, casus belli per eccellenza il Partito Democratico diviso sulla linea della segretaria Elly Schlein, l’attesa per il primo esito del voto oggi al Senato può essere un’indicazione di quello che potrà avvenire nei prossimi mesi qualora il ReArm EU dovesse realmente prendere corpo effettivo.
RIARMO E DIFESA, IL CENTRODESTRA RITROVA COMPATTEZZA NELLA RISOLUZIONE SULLE COMUNICAZIONI
A poche ore dalle Comunicazioni della Premier Meloni, una nota ufficiale della Lega di Salvini conferma la piena compattezza del Centrodestra sulla risoluzione che accompagnerà il discorso della Presidente: davanti ai vari retroscena che erano pronti a vedere una spaccatura netta nel Governo, il Carroccio rilancia svelando del colloquio avvenuto stamane tra il vicepremier Matteo Salvini e la Presidente FdI in vista delle votazioni odierne in Parlamento.
Clima amichevole che smentisce ogni retroscena, scrive la Lega, con Meloni e Salvin che hanno scherzato sui loro rispettivi presunti litigi: «Salvini ha ribadito a Meloni che la Lega è ‘il collante della maggioranza’», si legge ancora nella nota poi pubblicata dall’ANSA. Il legame, così come con Forza Italia e Noi Moderati, resta saldo anche sui temi complessi degli scenari internazionali: il vicepremier leghista oggi è in missione in Polonia per proseguire ai dossier sulle infrastrutture, ma come annunciato dal capogruppo del Carroccio al Senato (Massimiliano Romeo) vi sarà piena compattezza sulla risoluzione che il Centrodestra presenterà dopo le Comunicazioni della Premier Meloni.
Nella bozza visionata dall’Adnkronos stamane i temi affrontati dal documento della maggioranza sono svariati e legati ai temi pronti al dibattito in Consiglio UE: resta un approccio prudente su difesa e riarmo, come del resto aveva già avanzato il Ministro dell’Economia Giorgetti nel contestare l’impianto di spesa pubblica disposto dal ReArm EU di Von der Leyen. Il Governo punta al sostegno pieno sull’Ucraina, così come al plauso per l’iniziativa degli Stati Uniti per i negoziati di pace con la Russia.
Meloni fa riferimento alla centralità dell’ONU che dovrà avere dopo la tregua, smentendo l’ipotesi di inviare soldati italiani in Ucraina (a meno che non siano coinvolti in missioni specifiche delle Nazioni Unite): nei 12 punti della bozza di risoluzione non emerge una piena e totale accettazione del piano di riarmo europeo, lasciando aperte anche possibili richieste di modiche al patto sulla difesa. Secondo Romeo servirà un rafforzamento della difesa sotto il pilastro della NATO, investendo in sicurezza «ma senza fare debito intaccando le spese dei cittadini», esattamente come proponeva il Ministro Giorgetti.
CAOS PD, COSA FARÀ SCHLEIN E I VARI CONTATTI CON LE CORRENTI RIFORMISTE
Detto della maggioranza, occhi puntati anche sul Centrosinistra in particolare modo sul Pd di Elly Schlein che negli ultimi giorni ha visto lo scontro non secondario tra le varie correnti (esplose poi nel voto spaccato in Parlamento Europeo con mezza delegazione che vota contro l’indicazione della Segretaria).
Da Guerini a Gentiloni, passando per Prodi, Bonaccini e Pina Picierno, le voci interne al Partito Democratico sono sempre più numerose e tendono a portare nel medio-lungo periodo ad un confronto che potrebbe anche sfociare in un Congresso anticipato: in merito al voto di oggi al Senato dopo il discorso di Meloni, la Segreteria Pd teme un altro “Vietnam” e punta a trovare una versione condivisa che possa congelare lo sconto e portare le discussioni a dopo le prossime Elezioni Amministrative e Regionali (anche perché la “minoranza” dem al momento non avrebbe una leadership forte da contrapporre a Schlein).
Secondo le fonti parlamentari riportate dall’ANSA, il Partito Democratico avrebbe pronto una risoluzione condivisa che si contrapponga al Centrodestra: a favore della difesa UE ma contro la corsa al riarmo, lasciando però aperte le “porte” a possibili modifiche. Un misto di “ambiguità” che avrebbe convinto tutte le correnti, con la ripromessa di tornare a discutere delle varie divisioni solo dopo la “messa a punto” delle varie posizioni (e leadership) in campo.