DOSSIERAGGIO POLITICI E VIP, IL J’ACCUSE DELLA PREMIER MELONI: “FATTI GRAVISSIMI, ALTRO CHE LIBERTÀ DI STAMPA”
L’inchiesta di Perugia sul presunto dossieraggio contro vip, politici e imprenditori non può che arrivare ai vertici dello Stato che reagiscono, in maniera completamente diversa, alle notizie in arrivo dal filone d’inchiesta sui circa 800 accessi abusivi alle banche dati da parte del pm Antonio Laudati e del finanziere Pasquale Striano: se Mattarella sembra “glissare” puntando tutto sulla necessità di libertà di stampa, è la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che non lascia affatto “correre” la gravità dei fatti per ora conosciuti.
«Ritengo gravissimo che in Italia ci siano dei funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo verifiche su cittadini, comuni e non, a loro piacimento per poi passare queste informazioni alla stampa, ed in particolare ad alcuni esponenti della stampa»: lo ha detto la Premier Meloni giunta a Teramo per l’iniziativa elettorale con il candidato Presidente Marsilio alle prossime Elezioni Regionali in Abruzzo. Importante è poi l’accenno fatto dalla Presidente FdI sulle diverse informazioni girate dal finanziere Striano ad alcuni giornalisti del quotidiano “Domani”, che concorrono nel far ritenere quell’immensa mole di documenti sezionati come una sorta di presunto “dossieraggio”: «Utilizzare così le banche dati pubbliche non c’entra niente con la libertà di stampa», conclude Meloni.
DAL QUIRINALE PERÒ MATTARELLA ‘GLISSA’: “LIBERTÀ DI STAMPA È INDISPENSABILE PER LA DEMOCRAZIA”
Dal Quirinale non arriva una nota diretta sulla vicenda del dossieraggio bensì alcune dichiarazioni del Presidente Sergio Mattarella giunte questo pomeriggio sembrano “accennare” indirettamente alle tematiche in evidenza con l’inchiesta di Perugia, in particolare modo sul tema della libertà di stampa. Parlando con il presidente di Casagit (Cassa Autonoma di Assistenza integrativa dei giornalisti italiani), il Capo dello Stato ricorda come la libertà di stampa sia «fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia. Che vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti».
Resta però comunque «indispensabile della nostra democrazia», riafferma Mattarella nel suo discorso ufficiale riportato dal sito del Quirinale, sottolineando come in più occasioni negli ultimi anni ha badato a richiamarlo come concetto: «Ed è in realtà (quello della libertà di stampa, ndr) un ruolo indispensabile che sta a cuore alle istituzioni, chiamate a tutelarla ciascuno nelle proprie competenze e nei propri ambiti e, naturalmente, nelle proprie responsabilità». Sempre durante il suo discorso alla delegazione della Casagit, il Presidente della Repubblica risponde indirettamente al tema di decreti/leggi che capita di dover firmare – l’ultimo sulla commissione parlamentare Covid proprio stamane – senza che alle volte vi sia una piena concordanza. «Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa», rileva Mattarella aggiungendo come il promulgare una legge «non fa propria la legge, non la condivide, fa semplicemente il suo dovere». Due risposte “sottili”, senza il consueto riferimento dettagliato, puntano una diversità di “vedute” tra Palazzo Chigi e Quirinale in merito all’inquietante caso dei presunti dossieraggi di Stato: se infatti Meloni condanna l’eventuale modalità di “spia” contro personaggi più o meno noti, Mattarella proprio in questi giorni così caldi sceglie di difendere pubblicamente i giornalisti e la libertà di stampa piuttosto che puntare il dito contro l’uso (eventuale) strumentale fatto da non ben precisati “mandanti” contro intere schiere di politici, vip e imprenditori “spiati” attraverso piattaforme di raccolta dati.