Gli episodi mostrati nei servizi di Fanpage sui giovani di Fratelli d’Italia sono delle ragazzate o un pericolo per la tenuta democratica del Paese? Ovvia la prima risposta, ma sono comunque gesti e situazioni inqualificabili e che soprattutto sono piombati come un macigno sulla testa della Meloni nel mezzo delle trattative sui vertici europei proprio mentre i poteri uscenti preparavano l’arrocco popolar-socialista.



Un caso? No, è molto peggio, perché significa che tutto è stato registrato e tenuto da parte da mesi per mostrarlo nel momento politicamente più opportuno e non già in periodo elettorale (quando in fondo sarebbe stato più logico), ma nell’esatto momento in cui la Meloni deve essere assolutamente indicata come “fascista” per permetterne l’emarginazione a Bruxelles e tagliarla fuori dalle trattative davanti al “caminetto”.



Sarebbe interessante sapere quindi chi abbia commissionato i filmati a Fanpage, anche perché deve essere stato ben lungo (e costoso) il percorso di infiltrazione che ha portato l’ignota “giornalista” ad affiancarsi a Gioventù nazionale.

Oltretutto i fatti sono evidenti, ma anche sapientemente montati. Qualcuno per esempio ha notato che le stesse scene sono ripetute più volte sullo stesso, unico giovane che fa il saluto romano? Se ci pensate, immediatamente dopo si inquadra in ben altri contesti la Meloni ma inserendola nella narrazione, quasi si compiacesse del gesto. È evidente quindi la volontà di trasmettere un messaggio distorto sulla premier, tanto che l’impressione, vedendo i reportage, è che interessi poco la presentazione dei fatti, mentre molto più importante è l’accostamento personale tra gli estremisti e la presidente del Consiglio.



La questione non sono quindi tanto i fatti in sé – che comunque non trovano giustificazioni politiche né vanno minimizzati, ed infatti la Meloni ne ha subito preso le distanze – ma appunto la scelta del momento e del contesto politico soprattutto europeo in cui vengono diffusi, visto che tra l’altro hanno avuto molta più eco all’estero che in Italia. Sicuramente sono servizi giornalistici che danneggiano non solo l’immagine della Meloni e di FdI, ma soprattutto dell’Italia, facendo il gioco di chi vuole l’emarginazione del nostro Paese dai vertici europei.

Era successa la stessa cosa all’europarlamentare FdI Carlo Fidanza, con un’insistenza evidente per farlo cascare nel tranello sui contributi elettorali, “caso” dal quale è riemerso con evidente difficoltà.

E ritorniamo così al punto di partenza: chi c’è dietro – soprattutto: chi paga –, chi insiste con evidente interessi su questi casi? “Manine” italiane o estere? Perché, diciamoci la verità, nessuno in Italia da decenni si scandalizza più di tanto se qualche stupido inneggia al fascismo; ma può avvenire all’estero, con episodi che, visti da fuori, disegnano una destra italiana in modo molto diverso, deformando il peso numerico o politico di queste realtà marginali che – va detto – sono peraltro sempre esistite nel mondo extraparlamentare di estrema destra.

Certo è grave che ve ne siano all’interno del movimento giovanile ufficiale dei FdI, così come inqualificabili sono anche le dichiarazioni antisemite di alcune persone, ma è un fatto che le stesse frasi, quando sono ripetute dall’estrema sinistra anche in modo molto più violento, tra manifestazioni per l’emarginazione di Israele e inneggiamenti ai terroristi di Hamas, sembrano non suscitare il minimo scandalo.

Insomma, chi c’è dietro questa operazione di Fanpage e perché proprio ora? Una domanda che, almeno per la prima parte, resta per ora resta senza risposta. Il “cui prodest”, però, funziona quasi sempre.

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