IL POSSIBILE FLIRT MELONI-CONTE-RENZI SULLA BICAMERALE: COSA PUÒ SUCCEDERE DOPO LE ELEZIONI

Un “flirt” che parte da lontano e che potrebbe vedere all’orizzonte un accordo, davvero inusuale, tra Giorgia Meloni, Giuseppe Conte e Matteo Renzi: per carità, quanto visto nelle precedenti Legislature ci ha di fatto preparato un po’ a tutto, ma le “trame” politiche in corso sulla vicenda della presunta Bicamerale suggeriscono una trama ancora tutta da scrivere. Fino al 25 settembre 2022 la sfida per le Elezioni Politiche sarà fino all’ultimo attacco anche durissimo: dalla mattina successiva però, specie se dovesse confermarsi la previsione dei sondaggi politici realizzati prima del silenzio elettorale – con il Centrodestra dato in netto vantaggio – occorrerà capire il Governo che si insedierà e quali progetti di riforma porterà subito sul tavolo dei primi Consiglii dei Ministri.



Secondo quanto trapelato oggi da “La Stampa” il nodo della Bicamerale avanzato in campagna elettorale dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni potrebbe trovare i favori nell’opposizione futura di M5s e Terzo Polo e forse anche parte del Partito Democratico. Andiamo però con ordine, cominciando dalla iniziale proposta di FdI: «Possiamo ripartire da sistema francese, qualcuno propone il premierato, il sindaco d’Italia, importante è che si parli di questa che è la madre di tutte le riforme. La Bicamerale è una delle soluzioni su cui sono d’accordo, sono per aprire un dibattito. Io vorrei fare le riforme con tutti ma non mi faccio impantanare dalla sinistra», è il discorso fatto da Meloni per rispondere a chi imputa al Centrodestra un potenziale “allarme democratico” qualora vincesse le Elezioni. Ecco, secondo “La Stampa” alla proposta lanciata da Meloni mentre qualche opposizione immediata è giunta dal suo lato della coalizione (Salvini e Berlusconi non sarebbero pienamente convinti, ndr) FdI avrebbe notato un atteggiamento molto poco “oppositivo” da parte del leader M5s Giuseppe Conte. Una Bicamerale sulle riforme costituzionali? Secondo l’ex Premier si può fare, la definisce una potenziale «prossima legislatura costituente» addirittura.



CONTE: “SARÀ LEGISLATURA COSTITUENTE”. SALVINI PERÒ SULLA BICAMERALE DICEVA…

Conte sarebbe convinto che qualora arrivasse un risultato importante (sopra il 15% per dire) alle Elezioni, allora sì che il M5s potrà giocare ruolo importante nella composizione di una Bicamerale costituente per riforme imponenti: «potrà giocare un ruolo in asse con Meloni, scalzando il Pd che al momento si è detto contrario a convergere su una bicamerale», commenta sempre “La Stampa”. Il Governo assieme è escluso su ogni fronte – come ribadito oggi sempre sul quotidiano torinese dal cofondatore di FdI Guido Crosetto – ma per un “flirt” non lo si nega a nessuno: il Centrodestra non vorrebbe cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza, semmai coinvolgere le opposizioni sui punti chiave da discutere in Italia.



Un semipresidenzialismo alla francese mentre finora è stato bocciato da Letta non ha trovato in Conte, e nemmeno in Renzi-Calenda una netta opposizione: «Bicamerale? Idea tutt’altro che disprezzabile», ha detto il leader di Italia Viva, appoggiato dall’alleato di Azione, «Una commissione bicamerale è una buona proposta di metodo. Basta che non rimanga una boutade da campagna elettorale. Se si farà, ci impegneremo». E la Lega? Per il leader Salvini vale quanto spiegato giorni fa al Tg1 Mattina: «Bisognerà coinvolgere tutti, questo fra qualche mese. Un Paese federale e presidenziale sarebbe più moderno e efficiente, ma oggi la politica che chiacchiera di quello che succederà fra due anni è irresponsabile, perché rischiamo di perdere un milione di posti di lavoro. Se la politica è seria, oggi ha il dovere di mettere nelle tasche dei cittadini e degli imprenditori tutti i soldi necessari per evitare che chiudano». Salvini non allontana l’idea ma giudica altro come priorità: «Sentivo prima il dibattito sulle riforme istituzionali e sulla Bicamerale, tutto interessante. Ai colleghi di tutti gli altri partiti dico che l’emergenza stamattina è la bolletta che è triplicata. Per la Lega tutto viene dopo. In questo momento bisogna bloccare gli aumenti di luce e gas». Se il “flirt” tra Meloni, centristi e Conte sarà effettivo lo si capirà solo dopo le Elezioni 2022: per il momento resta un “rumors” da campagna elettorale, ma dal 26 settembre…