Rischia di scoppiare nuovamente “l’affaire Caen“, la presunta cessione di acque territoriali italiane alla Francia in Sardegna, Toscana e Liguria, che puntualmente ritorna nell’attualità politica nostrana con il suo corposo bagaglio di polemiche. Tutto ha origine dall’accordo bilaterale di Caen firmato dai governi italiano e francese il 21 marzo 2015 dopo una lunga trattativa iniziata nel 2006. Un’intesa però mai ratificata dal parlamento italiano e quindi impossibilitata ad entrare in vigore e a modificare i confini marittimi tra Italia e Francia. Sulla questione, però, Giorgia Meloni è tornata all’attacco su Instagram:”La Francia continua con il suo inaccettabile tentativo di impossessarsi di acque territoriali italiane. La questione riguarda gli accordi di Caen firmati di soppiatto il 21 marzo 2015 dal Governo Gentiloni con i quali di fatto regaliamo parte dei nostri mari più pescosi alla Francia, accordi che, per fortuna, necessitano della ratifica del nostro Parlamento per diventare effettivi, cosa mai avvenuta. Ma la Francia ci prova lo stesso. Dopo il tentativo del 2018 sventato grazie alla denuncia di Fratelli d’Italia, la Francia ci riprova e ripresenta i confini marittimi “casualmente” sbagliati, nei quali ingloba parte delle nostre acque territoriali in quelle francesi. Ora basta! Fratelli d’Italia chiede al Governo italiano di protestare formalmente con la Francia di Macron e di ritirarsi definitivamente dai pessimi accordi di Caen“.



COS’E’ L’ACCORDO DI CAEN

Ma cos’è precisamente l’accordo di Caen? Come dichiarato da Benedetto Della Vedova, già sottosegretario agli Affari esteri, a un’interpellanza parlamentare del 12 febbraio 2016, “l’Accordo di Caen è stato firmato il 21 marzo 2015, dopo un lungo negoziato avviato nel 2006 e terminato nel 2012, per far fronte a un’obiettiva esigenza di regolamentazione anche alla luce delle sopravvenute norme della convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS) (…) L’Accordo di Caen deve essere sottoposto a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore“. Già nel 2018, allo scoppio della polemica sulle acque territoriali, dalla Francia avevano precisato:”Non c’è nessuna volontà di voler modificare i confini marittimi tra noi e l’Italia, che quindi restano immutati“. Quelli denunciati da Fratelli d’Italia erano infatti “errori riguardo le delimitazioni marittime con l’Italia”  in merito ad un documento ufficiale del Governo francese dal titolo “Documento strategico sul litorale del Mediterraneo: situazione esistente, posta in gioco e prospettive 2030”. Secondo il portale “La voce del Patriota” citato dalla Meloni, la Francia in un’altra consultazione pubblica tenutasi fra marzo e giugno di quest’anno, “ha presentato un piano strategico economico e ambientale su quei tratti di mare, il “Stratégies de façade maritime – #MerLittoral2030”” in cui i confini territoriali sarebbero quelli del trattato di Caen. Alla luce della nuova denuncia da parte di Giorgia Meloni seguirà una nuova replica dai cugini d’Oltralpe?