Bisogna fare i complimenti a Giorgia Meloni per come ha saputo trasformare una conferenza stampa di fine anno – sì, quella di fine 2024 – in una sapiente operazione di comunicazione che ha tenuto sottotraccia i problemi interni, soprattutto economici, proiettando la premier in uno scenario tutto internazionale nel quale si muove con disinvoltura. La prima abile mossa meloniana è stata quella di fare slittare l’appuntamento da fine dicembre ai primi di gennaio. Una decisione che prescinde dal caso di Cecilia Sala e dalle polemiche sui rapporti con Elon Musk. Il rinvio, di fatto, ha sottratto la manovra economica dall’attenzione dei giornalisti: la situazione dell’economia è diventata un tema di passaggio, un orpello quasi inutile. Ben diversa sarebbe stata la conferenza stampa se si fosse svolta a ridosso del Natale, o anche negli ultimi giorni dell’anno.
L’occasione di tirare le somme sul 2024 è così diventata il palcoscenico sul quale – almeno per i temi economici – la presidente del Consiglio ha formulato nuove promesse per il 2025. I giornalisti hanno fatto il resto, concentrando le domande sugli affari con Musk. E anche qui per la Meloni è stato facile ribadire la smentita del governo sul presunto accordo già firmato, e ricordare che oggi, per chiunque voglia una piattaforma sicura e affidabile, il magnate di Tesla è l’interlocutore numero uno. La sua Starlink è numero uno al mondo per questa copertura strategica e il dialogo con lui è un passaggio obbligato.
Semmai resta la domanda se l’accordo con Starlink sia stato inserito nel “pacchetto” negoziale per liberare Cecilia Sala. È vero, per arrivare a un eventuale accordo con Musk bisognerà passare per una gara d’appalto internazionale, che verrà senz’altro bandita visto che l’Italia (come del resto gli altri Paesi europei, che scontano gravi ritardi dell’Ue) ha assoluto bisogno di una struttura strategica satellitare. Ma con tutta probabilità questa gara sarà appannaggio proprio di Musk, visto che la sua rete non ha rivali al mondo.
Dalla conferenza stampa di ieri è risaltata l’immagine di una leader di livello internazionale, che tratta in prima persona, da pari a pari, e con ottimi risultati, con i potenti del pianeta. Già da tempo Giorgia Meloni appare più solida in politica estera che sul fronte interno, come dimostrano l’asse privilegiato con Ursula von der Leyen o i rapporti con i Paesi africani coinvolti nel Piano Mattei. Più faticoso è invece esibire i successi interni, con la produzione industriale che continua a calare, le tasse che non scendono, i salari che ristagnano. D’altra parte in economia, e dunque a Bruxelles, l’Italia è sotto scacco con il suo debito pubblico, mentre le speranze di crescita sono legate ai fondi del Pnrr. Qui la Meloni deve restare sottotraccia, allineandosi a chi detta legge in Europa. Ma i giornalisti di Palazzo Chigi, distratti dal duo Musk-Meloni, (per fortuna) non se ne sono accorti.
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