GIORGIA MELONI A “PORTA A PORTA”: “L’ITALIA NON PRENDERÀ IL MES, PRONTO A FIRMARE COL SANGUE”
In ritardo di un giorno per una breve indisposizione, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata ospite di “Porta a Porta” con Bruno Vespa nella prima intervista televisiva da quando è divenuta Premier: nel giorno in cui è intervenuta all’assemblea degli ambasciatori e ha annunciato il suo imminente viaggio-lampo in Iraq, la leader FdI parte dalle questioni più “intime” salvo poi affrontare tutti i temi più caldi della politica italiana. «Non sono una persona che si spaventa, l’unica cosa che mi spaventa è deludere», spiega Meloni nella registrazione dell’intervista che andrà in onda su Rai 1 in seconda serata oggi. «Quello che ci è mancato è stato l’ottimismo, un pò di sano orgoglio. Ma gli italiani non si aspettano che tu faccia miracoli, sanno che la situazione è difficile ma si aspettano che quello che fai non lo fai per condizionamenti o perché devi qualcosa a qualcuno, ma perché fai quello che è giusto. Io intendo fare quello che è giusto nell’interesse della nazione», rilancia la Premier secondo quanto riportano le agenzie e le fonti di “La Repubblica”.
Tema dirimente affrontato subito è quello del Mes, la riforma sul fondo Salva-Stati che manca della ratifica italiana come ultimo Paese: «L’Italia non accede al Mes. Lo posso firmare col sangue». La Presidente del Consiglio ribadisce che la riforma del Mes non era e non è un grande tema: «ne discuterà il Parlamento. Ma non è uno strumento utile. Non è mai stato utilizzato da nessuno, le condizionalità sono troppo stringenti». Proseguendo nella critica di un dispositivo europeo che storicamente non convince Lega e FdI (oltre che il M5s, almeno fino ad oggi), Giorgia Meloni aggiunge «Il Mes è un creditore privilegiato e questo comporta un problema sui titoli di stato. Se siamo gli unici che non approvano la riforma blocchiamo anche gli altri. Ma se si approverà la riforma o no, l’Italia comunque non chiederà l’accesso al meccanismo […]. Allora io vorrei capire se c’è un modo per cui il Mes sia un fondo utile e che non rischi di metterci un cappio».
MIGRANTI, GAS, POS, REDDITO: TUTTI I TEMI TOCCATI DALLA PREMIER MELONI
Altro tema dirimente che tra l’altro occupa quasi due terzi della Manovra di Bilancio è ovviamente la crisi energetica e la lotta in Ue sul tetto al prezzo del gas: spiega Meloni a “Porta a Porta”, «Il tetto è alto ma devo dire che la proposta della Commissione Ue era a 275, siamo arrivati a 180, la proposta italiana era a 160 quindi il risultato è molto vicino alla nostra proposta». Al netto del price cap effettivo, Meloni ritiene che l’intervento della Ue fatto di recente – che nei fatti comunica che non verranno accettati eccessivi rialzi – «ha avuto un effetto calmierante, oggi abbiamo il prezzo del gas sotto i 100 euro». La sfida dell’Italia è però tutta giocata sulla differenziazione delle provvigioni energetiche per evitare di ripetere gli errori del passo con il gas dalla Russia: «uno degli obiettivi principali in questi 5 anni è diventare hub per l’energia per l’intera Europa», rileva Meloni, «il valore strategico e geopolitico di essere l’interfaccia di tutto il Mediterraneo e il Paese che controlla l’energia di tutta Europa».
Altro tema che ha scatenato le polemiche in sede di presentazione della Manovra è l’abolizione del Reddito di Cittadinanza dal 2024: nella intervista tv sulla Rai, la Presidente del Consiglio dichiara «Si vorrebbe creare un mondo perfetto dove tutti trovano il lavoro dei loro sogni ma se ti rifiuti di lavorare con lavoro dignitoso perché accetti solo il lavoro dei tuoi sogni non puoi pretendere che ti mantenga lo Stato con le tasse pagate da chi ha accettato un lavoro che spesso non era il lavoro dei sogni». Oggi il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha annunciato per il prossimo gennaio un decreto ad hoc con tutte le novità sul Reddito di Cittadinanza nel 2023: ma la vera sfida è dall’anno successivo, qui Meloni anticipa «Noi riformeremo tutta la materia del reddito di cittadinanza. Ma le pare che ora chi beneficia del reddito non ha il vincolo di stare in Italia o c’erano redditi non calcolati o che si cumulavano e altre cose molto curiose? Io immagino un meccanismo in cui in un Paese in cui alcuni lavori si trovano e sono dignitosi, tu vai al centro per l’impiego che ti indica gli ambiti in cui è richiesto lavoro e ti dice chi ti forma. Ma ci vuole anche la volontà». La Premier non intende affatto “lavori non sottopagati o sfruttati”, bensì «lavori che non sono quelli per cui si è studiato ma che ti fanno vivere in perfetta dignità e magari senza accettare di lavorare in nero, che non credo aiuti nessuno».
Sul fronte internazionale, lo scontro a distanza tra Italia e Francia sul tema migranti non è stato affatto tralasciato dalla Presidenza Meloni: davanti alle domande di Bruno Vespa, la Premier ammette «La Francia e I’Italia hanno avuto qualche frizione sull’immigrazione, che io rivendico perché al di là della propaganda, credo che tutti si siano resi conto che la reazione francese di fronte alla prima nave di una ong mai sbarcata in Francia con a bordo 230 persone, quando in Italia da inizio anno erano sbarcate 94 mila persone, la reazione risentita della Francia è la spia di un problema che io temevo e che ha avuto conferma e cioè che prima c’era un tacito accordo per cui l’unico posto di sbarco è l’Italia». In vista di un dialogo atto a migliorare la situazione in Europa, Meloni rivendica la posizione del Centrodestra: «Spesso abbiamo penalizzato i più deboli e quelli che accogliamo noi sono banalmente quelli che hanno i soldi da dare agli scafisti, gli altri no. Io non credo che sia un modo intelligente di gestire il problema dei profughi e dei migranti».
Dopo aver ribadito in tutte le sedi internazionali la vicinanza stretta dell’Italia all’Ucraina in guerra e dopo aver ribadito anche oggi che la sfida per l’Europa è quella di non abbandonare Kiev davanti all’invasione del nemico, Giorgia Meloni annuncia nei primi mesi del 2023 una visita in trasferta dal Presidente Zelensky accettandone l’invito pervenuto nelle scorse settimane: «Lo sentirò. Conto di poter andare in Ucraina nei primi mesi del 2023. Per diverse religioni il Natale è la festa della luce. Ci sono decine di migliaia di ucraini senza luce e al freddo. Dobbiamo renderci conto di cosa questo possa significare».
Infine, Meloni torna sulla polemica che ha visto in Manovra saltare alla fine la norma sull’utilizzo del Pos per i pagamenti elettronici: «Sulle piccole cifre le commissioni sul pos non possono essere a carico degli esercenti. Non è giusto. Tenterò una moral suasion per azzerare le commissioni bancarie per gli importi bassi. Altrimenti potrò applicare una tassa sull’extragettito per le commissioni bancarie su piccoli importi. I proventi della tassazione serviranno per aiutare gli esercenti», ha concluso la Presidente Meloni che interverrà nella lunga conferenza stampa di fine anno giovedì 29 dicembre alle ore 11.15, dall’Aula del Palazzo dei gruppi della Camera dei Deputati.