IL PIANO DELLA PREMIER MELONI SULLA MANOVRA: “PRONTA A SCELTE CON CONSEGUENZE ELETTORALI”
«Sono pronta ad assumermi la responsabilità di fare delle scelte anche se dovesse costare in termini elettorali»: lo ha detto ieri in collegamento con l’assemblea generale di Confindustria Veneto Est la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Oggi arriva il testo della Manovra di Bilancio in Commissione alla Camera per i primi esami sui singoli provvedimenti che andranno a comporre la Finanziaria 2023: proprio su quel testo, ancora perfettibile, la Premier rivendica oggi in una lunga intervista al “Corriere della Sera” come nella Manovra «emergono priorità e una visione: crescita economica e attenzione al lavoro, a partire dalla messa in sicurezza del sistema produttivo a fronte del caro energia. Alcuni sono rimasti spiazzati dalle scelte di un governo che, si diceva, avrebbe favorito i ricchi: noi abbiamo scelto invece di sostenere i più fragili e rafforzare la classe media».
L’impegno della Legge di Bilancio, spiegava ieri al collegamento con Confindustria Est, è una «corsa contro il tempo» con il testo scritto a tempi di record e ora sottoposto al vaglio del Parlamento senza cercare di blindarlo più di tanto: «delineiamo le priorità, la crescita economica, a partire dalla messa in sicurezza del tessuto produttivo contro il caro-energia e dal sostegno alla fasce più deboli e ai redditi più bassi». Oggi Meloni incontrerà il leader del Terzo Polo Carlo Calenda per iniziare a discutere di alcuni correttivi della Manovra di Bilancio: nel frattempo al “Corriere” la Presidente del Consiglio in quota FdI ribadisce, «Terremo in debita considerazione le proposte che arriveranno dalla maggioranza e spero che anche l’opposizione abbia un atteggiamento non pregiudiziale. Nel nostro ordinamento una persona sola non può fare la differenza: serve la squadra». In questi primi mesi di lavoro, chiarisce la Premier, è stato smentito il «racconto irreale e disastroso che la sinistra ha fatto in campagna elettorale sull’ipotesi di un governo Meloni è stato ampiamente smentito»: secondo Meloni, «siamo una destra moderna e conservatrice […] inoltre lo spread è ai minimi rispetto agli ultimi mesi e a livello internazionale c’è grande attenzione nei confronti dell’Italia».
MELONI: “REDDITO DI CITTADINANZA? RICOSTRUIRE UN’ETICA DEL LAVORO”
Come ha sottolineato Meloni ieri nel video collegamento con gli industriali veneti, il Governo di Centrodestra è pronto «a fare quello che è giusto per la Nazione e non per noi. Lo dimostra anche la scelta operata sul reddito di cittadinanza». Per la Presidente del Consiglio «il Governo intende ricostruire una cultura e un’etica del lavoro», il cambiamento sul Reddito di Cittadinanza «è una misura di buonsenso che difenderemo contro ogni attacco strumentale». Oggi al “Corriere della Sera” è ancora Meloni a spiegare nel dettaglio il principio alla base delle novità del RdC: «alcuni beneficiari tra 8 mesi perderanno il sussidio», conferma Meloni che lancia poi stoccata al Pd che la critica, «vedere il Pd, che votò contro l’istituzione del reddito, oggi scendere in piazza per difenderlo dimostra la strumentalità di certe posizioni. E al M5s vorrei chiedere se quando lo hanno istituito lo immaginavano come una sorta di vitalizio da percepire dai 18 anni fino alla pensione. Se la risposta è sì, io non sono d’accordo».
La leader FdI ricorda di aver sempre contestato dal principio il Reddito di Cittadinanza: «non è stato utile a contrastare strutturalmente la povertà e non ha funzionato come strumento di inserimento nel mercato del lavoro. Noi distinguiamo tra chi non può lavorare e va assistito e chi invece può lavorare e va accompagnato verso un’occupazione. Usiamo per questo diversi strumenti, dalla decontribuzione totale per chi assume percettori di Reddito di cittadinanza, fino al pieno utilizzo dei miliardi di euro del Fondo sociale europeo destinati alla formazione. Non siamo noi a fare cassa sui poveri, visto che tutti i risparmi vengono reinvestiti proprio sui più fragili, ma chi ha usato la disperazione per interesse elettorale». L’Italia deve tornare ad avere una strategia industriale, l’unico modo per uscire dalla spirale di crisi: «una strategia industriale che all’Italia manca da troppo tempo. Il principio centrale è non disturbare chi produce». Inevitabile la chiusura con un commento sulla strage avvenuta a Ischia, dove la Premier Meloni annuncia di aver già preso un impegno, «approvare entro l’anno il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico. Inoltre, i ministri competenti effettueranno una ricognizione sia delle risorse già esistenti sia del personale da mettere a disposizione dei Comuni, a partire da quelli più piccoli. Abbiamo poi dato mandato al ministro Musumeci di creare un gruppo di lavoro interministeriale per gli interventi di medio e lungo periodo. C’è tantissimo lavoro da fare ma serve anche un approccio culturale diverso. Perché ogni euro investito sulla cura del territorio è un euro investito per dare ai nostri figli un’Italia più sicura e protetta».