La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso del suo intervento nell’Aula del Senato per la replica, in vista del voto di fiducia, ha parlato anche del tema della Sanità, puntando il dito contro i precedenti Governi per la gestione della pandemia di Covid-19. “La scienza non va scambiata con la religione, ne siamo consapevoli e non lo abbiamo mai fatto. In passato non abbiamo condiviso le scelte prese dall’esecutivo proprio perché alla base di queste ultime non c’erano evidenze scientifiche”, ha affermato.



L’esempio emblematico citato dalla Premier è quello relativo alle vaccinazioni contro il virus ai più piccoli. “Ancora oggi non riesco a spiegarmi quale fosse l’evidenza scientifica nell’impedire ad adolescenti con più di 12 anni di non praticare attività sportiva se non vaccinati. È una evidenza scientifica condivisa a livello internazionale che lo sport faccia bene ai giovani, mentre sul tema delle vaccinazioni sui bambini c’è tuttora un dibattito in corso”, ha ricordato. E ribadisce: “Non riprenderemo quella linea. Le decisioni devono essere supportate da evidenze. La scienza non è una scelta politica”.



Meloni: “Non scambiamo scienza con religione”. I passi del Governo sulla Sanità: Covid e non solo

Giorgia Meloni ha illustrato inoltre quello che è il progetto del suo Governo per la ripresa della Sanità. “La sfida ovviamente è superare l’emergenza, ripristinando le prestazioni ordinarie su cui abbiamo accumulato un grande gap”, ha evidenziato nel corso del suo intervento nell’Aula del Senato. “Dalla crisi pandemica dobbiamo imparare, correggendo quello che non ha funzionato”.

Le modalità attraverso cui l’obiettivo in questione verrà perseguito sono diverse: “È necessario puntare sulla prossimità: sulla sanità territoriale; sul ruolo dei medici di medicina generale; sui servizi delle farmacie; sulle cure domiciliari; sulla telemedicina e sulla digitalizzazione del settore con un fascicolo sanitario elettronico unico, affinché lo scambio di informazioni diventi più semplice e i benefici per gli utenti maggiori. Dobbiamo inoltre ridurre le disuguaglianze tra le regioni e frenare il dilagare del turismo sanitario. Abbiamo condotto tante battaglie in questi anni e dobbiamo dargli continuità”.