La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta durante la diretta odierna della trasmissione Agorà, in onda su Rai 3, dove ha affrontato alcuni temi cruciali, oltre che terreno di scontro con le opposizioni, nella politica italiana. Tra questi certamente centrale è l’andamento economico italiano, che secondo le opposizioni è disastroso, mentre i numeri dicono l’esatto opposto, parlando di un’Italia che cresce, talvolta più degli altri paesi del G7.



I dati sulla crescita economia italiana, spiega Giorgia Meloni, sono sotto gli occhi di qualsiasi “osservatore che non sia particolarmente di parte”, e dimostrano una serie di record, a partire dal tasso occupazionale, passando anche per “i contratti stabili”, per “l’occupazione femminile” e l’emissione di “titoli di stato”. “L’Oxe dice che in Italia il reddito reale medio delle famiglie nel 2023 è aumentato dell’1,4%”, spiega la premier, mentre, “i salari sono aumentati tra le tre e le cinque volte” ed è anche “diminuito il rischio della povertà”. Questo, però, precisa Giorgia Meloni, non significa che “vada tutto bene”, ma quantomeno dimostra che “probabilmente le nostre politiche danno risultati migliori di quelle che abbiamo visto prima”.



Giorgia Meloni: “Sinistra contro il premierato per salvare le poltrone”

Affrontando, poi, la questione della riforma del premierato, la premier Giorgia Meloni ci tiene, innanzitutto, a sottolinea che “i miei rapporti col presidente Mattarella sono ottimi“, con buona pace dei sensi di “quelli che brigano per cercare di comprometterli”. Su questo, inoltre, le opposizioni si stanno dimostrando, secondo la premier, “allo sbando” nel tentativo di “spiegare la contrarietà a una riforma che vuole consentire agli italiani di scegliere direttamente da chi farsi governare“, appellandosi al Presidente della Repubblica pur di non dire che “che preferiscono fare i governi all’interno del Palazzo”.



La posizione della sinistra sul premierato, spiega Giorgia Meloni, non è neppure coerente, perché si tratta, nell’effettivo di “una riforma costituzionale in ogni caso entrerà in vigore nella prossima legislatura, praticamente nel 2028 tra una cosa e l’altra. Nel 2028, non darei per scontato” che al potere ci “sia ancora Giorgia Meloni”, così come”anche il mandato del presidente Mattarella sarà” prossimo al suo termine naturale. “Quindi”, sintetizza in chiusura la premier, “questa riforma non riguarda né Giorgia Meloni né Sergio Mattarella, non riguarda il presente, ma il futuro della nazione”.