GIORGIA MELONI, IL PATTO DI STABILITÀ E LA SFIDA ALL’UE (CON GENTILONI)

Giorgia Meloni lancia la sfida all’Europa sul Patto di Stabilità e sul regime di regole fiscali, sposando la linea del suo predecessore Mario Draghi nell’ultimo editoriale sull’Economist e chiedendo un confronto deciso con tutti i partner per evitare di ritornare al vecchio schema di norme esistenti prima del Covid-19. Nella lunga conferenza stampa di ieri dopo il CdM sul Decreto Coivano, la Presidente del Consiglio ha detto che sul Patto di Stabilità «è di fondamentale importanza modificare le regole della governance prima che rientrino in vigore vecchi parametri: sarebbe drammatico il ritorno alle vecchie regole».



Se però non riuscisse l’intento italiano (e non solo nostrano) di portare un nuovo Patto di Stabilità con più flessibilità e norme chiare, l’intento di Meloni è quello comunque di proporre quantomeno «la proroga delle attuali regole, perché tornare ai parametri pre-covid produrrebbe una ulteriore contrazione delle economie in sofferenza molto molto importante». In questo senso, l’intervento al Forum di Cernobbio del commissario agli Affari Ue Paolo Gentiloni non è piaciuto pienamente alla Premier che in conferenza stampa ieri ha di fatto appoggiato le critiche avanzate dai suoi vicepremier Salvini e Tajani, aggiungendo «I commissari europei, pur rappresentando le nazioni, quando svolgono il loro incarico rappresentano l’Ue. Poi è vero che da quando ogni nazione ha un commissario accade che abbia un occhio di riguardo. Penso che sia normale e giusto e sarei contenta se accadesse di più per l’Italia».



MANOVRA 2024, IL BILANCIO DELLA PREMIER MELONI

Del resto Meloni lo aveva già fatto capire nel vertice di maggioranza di due giorni fa a Palazzo Chigi che la situazione dei prossimi mesi, dal punto di vista economico e programmatico, non sarebbe stata molto semplice e perciò serviva “serrare i ranghi” anche per rappresentare unità di intenti nelle richieste e nel confronto con la Commissione Europea. Durante la conferenza stampa ieri la Premier ha dedicato l’ultima parte a rispondere ai temi della Manovra di Bilancio 2023-2024 non nascondendo i timori per risorse che non saranno ingenti.



«Concentrare le poche risorse di cui disponiamo su ciò che ha impatto maggiore, noi puntiamo su redditi, salari, pensioni, anche quelle per i giovani, la sanità e le famiglie», rileva Meloni rispondendo alle domande dei giornalisti, aggiungendo però come all’interno di questi paletti fermi della Finanziaria «crediamo sia utile agire con misure di maggior impatto piuttosto che disperderle in tanti provvedimenti». Il deficit avrebbe aggirarsi per la prossima Manovra attorno al 5%, dunque ben lontano dal 3% “regola aurea” prima del Covid per il Patto di Stabilità: anche per questo motivo, l’appello-monito a Bruxelles resta forte da Palazzo Chigi, «Partecipiamo alle discussioni – ha concluso Meloni – e il tema che l’Italia pone riguarda gli investimenti. Se l’Ue si dà priorità strategiche come la transizione verde e quella digitale, quindi vara fondi come il Next Generation Eu, e dall’altra parte affronta il tema della difesa con la guerra in Ucraina, le regole che si decide di portare avanti devono tenere conto di queste strategie».