GIORGIA MELONI AL TERMINE DEL CONSIGLIO UE COMMENTA I REPORT DI DRAGHI E LETTA: “SPERO IN UNA COMMISSIONE DIVERSA A GIUGNO”
I report di Enrico Letta e Mario Draghi, le “trame” per la prossima Commissione Ue e i risultati del Consiglio Ue: su questi e altri temi si è concentrata la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei circa 20 minuti di dialogo con la stampa fuori dalla sede dell’EuCo a Bruxelles. «Questo è l’ultimo Consiglio europeo di questa legislatura e nonostante il lavoro fatto in questi mesi, come quello sui migranti, spero che quando ci incontreremo a giugno saremo di fronte a un’Europa diversa»: così la Premier al termine del vertice Ue dove ha incontrato in un breve bilaterale anche la Presidente uscente della Commissione, Ursula Von der Leyen, aggiornandola sugli esiti della visita in Tunisia e sul Piano Mattei.
Davanti ai report presentati in queste settimane, in particolare quanto spiegato oggi in Consiglio Ue dall’ex Premier Letta, Meloni sottolinea il punto a monte del tema: «Quello che mi interessa è che sia Letta che Draghi, che sono due persone europeiste, ci dicono che l’Europa va cambiata. È questo il dibattito che va fatto». In merito alle strategie da adottare per cambiare realmente questa Ue, la leader FdI ritiene che siano le risorse il vero problema da sottoporre: «Si sa qual è il dibattito nell’Ue sul debito comune, proposta sostenuta dal governo italiano. Letta propone il tema della capacità di mobilitare investimenti privati per fare in modo che tali capitali restino». Impossibile non tornare sul “trend” politico del momento sull’asse Italia-Ue, con la possibile nomina di Mario Draghi alla guida della Commissione Europea: «sono contenta che si parli di un italiano», spiega davanti ai microfoni, tra l’altro «un italiano autorevole», ma questo dibattito «è pura filosofia, va bene per i titoli di giornali ma è filosofia». Per Meloni la tendenza di far decidere agli apparati prima che i cittadini votino, «non mi troverà mai d’accordo. Sono i cittadini che decidono le maggioranze, per questo non parteciperò al dibattito» sulla nomina o meno di Draghi a Bruxelles.
MELONI E LO SCONTRO SULL’ABORTO CON LA SPAGNA (E NON SOLO): “È LA SINISTRA A VOLER CAMBIARE LA LEGGE 194”
Dopo aver respinto per l’ennesima volta l’accusa di essere una pericolosa “fascista” in un governo “estremista” – «Quello che ho detto sul fascismo l’ho detto cento volte e non penso di doverlo ripetere, così potete continuare a ripetere che sono una pericolosa fascista e mi aiutate anche, visto che penso che la gente che vede questo governo si renda conto che gli estremisti stanno da un’altra parte e non al governo» – Giorgia Meloni risponde a tono alle accuse lanciate dalla Spagna sull’emendamento al Decreto PNRR che prevede il pieno rispetto della Legge 194 sull’aborto.
«Anche questa è una fake news, che poi rimbalza all’estero e tutti a darci lezioni»: Meloni difende l’emendamento che prevede la possibilità dei movimenti pro-vita nei consultori, «ricalca esattamente il testo della legge 194: la legge 194 lo prevede». Sfidando le critiche piovute dal Governo Sanchez in Spagna così come la sinistra in Italia, la Premier rilancia: «in realtà quelli che vogliono modificare la legge 194 siano a sinistra. Perché noi non abbiamo mai chiesto di modificarla, ma quando chiedi la piena applicazione della legge 194, che è di estremo equilibrio e ben fatta anche sulla prevenzione, ci si straccia le vesti». Meloni insiste sulla necessità di far rispettare pienamente la legge sull’aborto, sfidando le opposizioni: «si vuole modificare la legge 194? Non sono io a volerlo fare. Lo vogliono fare gli altri? Lo dicano e se ne assumano la responsabilità. Quello che si sta facendo adesso è ribadire quanto scritto nella legge 194 ovvero garantire una scelta libera». Perché vi sia piena scelta libera però, si devono avere tutte le informazioni possibili ed è su questo che interviene la logica di quell’emendamento tanto contestato da Pd, M5s e associazioni Pro-choice. Commento lampo finale Meloni lo riserva alla possibilità (in serata oggi divenuta ufficialità, ndr) della candidatura di Ilaria Salis con la lista AVS alle prossime Europee: «la sua eventuale discesa in campo per le europee non cambia nulla rispetto al lavoro che sta facendo il governo riguardo alla sua detenzione, verrà garantita comunque come è giusto». Certo, conclude Meloni, la politicizzazione della vicenda Salis, «non so quanto possa aiutare il caso in sé».