Ernesto Galli della Loggia, storico ed editorialista per il Corriere della Sera, sulle pagine del Foglio ha parlato del monologo di sabato al Senato di Giorgia Meloni, il primo dalla separazione con Andrea Giambruno. La premier ha accuratamente evitato di parlare della sua vita privata (come d’altronde ha fatto negli ultimi giorni) ma in chiusura del suo discorso si è fatta “scappare” un gesto d’approvazione nei confronti dei banchi del centrodestra, che l’hanno omaggiata con una standing ovation.



Ernesto Galli della Loggia dal conto suo non si dice particolarmente stupito dall’atteggiamento e dai toni della premier Meloni, specialmente in virtù del “momento di difficoltà” che sta vivendo, ma ritiene anche che siano lo spettro di “un passato che non riesce a essere cancellato, quello della minoranza assoluta, degli esclusi” che Fratelli d’Italia ha sempre avuto. “Il mondo da cui Meloni arriva”, spiega, “è stato per decenni ai margini, se non proprio fuori dal sistema”, lasciandole inevitabilmente “un deposito psicologico molto forte”. Galli della Loggia, però, specifica, forse schiettamente, che ora per Giorgia Meloni è arrivato il momento di superare “questa antica tradizione”.



Galli della Loggia: “Meloni sa che la sua squadra è mediocre”

L’atteggiamento della premier Meloni, secondo Galli della Loggia, rappresenta perfettamente “la psicologia dell’escluso” per la quale “puoi anche essere stato ammesso in prima classe a suon di voti, ma se per una vita hai viaggiato in terza, ti senti addosso sguardi non proprio amichevoli”. Tendenza, tuttavia, che secondo il giornalista porta anche la premier verso l’impossibilità di fidarsi “fino in fondo dei [suoi] compagni di viaggio”.

“La squadra che Meloni ha messo su”, spiega ancora Galli della Loggia, “è mediocre e lei se ne sta lentamente accorgendo. Sa che qualcuno tra i suoi ha degli scheletri nell’armadio che possono essere fatti oggetto di attacchi o di rivelazioni pesanti”. Non solo, perché nel frattempo “la premier sa benissimo che c’è una parte del paese per cui è un’usurpatrice, che la considera illegittima e abusiva” espressa da “molti canali” e che sicuramente “non le [fa] piacere”. Oltre a superare la psicologia dell’escluso, però, secondo Galli della Loggia, Meloni dovrebbe anche formulare “una visione da offrire al paese con atti concreti. Se questo accadrà allora, a prescindere dal resto”, conclude, “avrà vinto la sua scommessa, altrimenti fallirà”.