Giorgia Meloni senza peli sulla lingua nel corso del suo intervento alla Camera per le dichiarazioni del voto di fiducia a Conte. La leader di Fratelli d’Italia ha esordito con il botto: «Stamattina mi sono vergognata per lei per il mercimonio che ha inscenato in quest’aula nel tentativo di dare una profondità a quella supplica. Voi la Prima Repubblica la fate rimpiangere, lì c’erano sempre gli stessi partiti che cambiavano premier. Ora si vorrebbe sempre lo stesso premier con il cambiamento dei partiti che lo sostengono».



Giorgia Meloni ha stroncato senza mezzi termini il presidente del Consiglio, definito «uno sconosciuto uscito da un cilindro di un comico di cui gli italiani non conoscevano neanche l’esistenza, lei si presentò come avvocato del popolo, sì, ma come avvocato d’ufficio: gli italiani l’avvocato se lo scelgono e non è il suo caso». L’ex ministro ha poi attaccato: «Lei ha deciso sulla libertà degli italiani, sui diritti fondamentali, sulla possibilità di studiare, lavorare, essere curati».



GIORGIA MELONI: “CONTE COME UN BARBAPAPA’”

«Conte è perfettamente in grado di assumere la forma che chiede il suo mandante, praticamente barba papà: prima populista, poi ortodosso europeista. Prima di destra e poi di sinistra, poi socialista e liberale insieme. Prima a favore e poi contro l’immigrazione illegale, la Tav, Quota 100. Qualsiasi cosa per rimanere esattamente dov’è», ha aggiunto Giorgia Meloni nel corso del suo intervento alla Camera: «Vuole presentarsi dopo aver distrutto l’Italia come quello che la vuole ricostruire».

La leader di Fratelli d’Italia ha spiegato che la coalizione è pronta –«siamo pronti a governare con il Centrodestra, unica coalizione che può dare un governo forte e coeso, ma sarebbe difficile in un Parlamento a maggioranza grillina» – ma c’è un dettaglio chiaro: «Io non mi accontento di vivacchiare come vorreste fare voi». Infine, la stoccata sulla possibile maggioranza rimpolpata dai costruttori: «Siete sicuri che Mattarella vi consentirà di governare anche senza una maggioranza assoluta quando nel 2018 si è rifiutato di dare l’incarico al Centrodestra perché non c’erano numeri solidi? Le regole valgono per tutti, anche per voi».