«Astensione»: questa la proposta di Giorgia Meloni ai colleghi del Centrodestra sul nuovo governo guidato da Mario Draghi. Come reso noto da Tg Com 24, la leader di Fratelli d’Italia ha chiesto nel corso del vertice di coalizione di giocare a carte scoperte, sottolineando l’indisponibilità del suo partito a sostenere un esecutivo dell’ex presidente della Bce. Proposta una possibile mediazione solo al fine di salvaguardare l’unità del Cdx.
Ipotesi di mediazione che non viene citata nel post pubblicato pochi minuti dopo su Facebook: «Sarò chiara. Non c’è alcuna possibilità di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di Fratelli d’Italia al Governo Draghi. Gli italiani hanno il diritto di votare. Continuiamo a lavorare per tenere il Centrodestra unito e portare gli italiani alle elezioni. Fatevene una ragione». Insomma, strada in salita anche nel fronte del Centrodestra…
MELONI PROPONE ASTENSIONE PER GOVERNO DRAGHI, CENTRODESTRA DIVISO
Secondo quanto riportato da Repubblica, nel corso della riunione tra i leader del Centrodestra è stata registrata una spaccatura sulla posizione da tenere a proposito dell’incarico a Draghi. Meloni-Salvini da una parte, Forza Italia e centristi dall’altra. Il leader della Lega ha ribadito che la strada maestra sono le elezioni, sottolineando che il Paese ha bisogno di risposte immediate: per questo motivo tutto è rimandato a dopo l’incontro con l’economista.
Berlusconi è attendista – «sentiamo cosa ha da dirci» – mentre Giovanni Toti ha sottolineato ai microfoni di La7: «Avevamo detto al Quirinale che c’era un’opzione che era il voto ma che avremmo ascoltato le proposte di Mattarella. Ascolteremo la proposta di Draghi con grande attenzione, è in grado di affrontare i problemi del Paese e non è una riedizione del governo Monti. Nel Centrodestra ci sono tante sensibilità, siamo partiti insieme, abbiamo ottenuto il risultato di evitare la riedizione del governo Conte. E’ ovvio che c’è chi vedrebbe il voto con maggiore favore e c’è chi vede il governo Draghi con maggiore simpatia. Non è il caso di fare delle scelte definitive senza prima aver ascoltato Draghi».