“LA REPUBBLICA” ATTACCA GIORGIA MELONI, LA PREMIER RISPONDE (A TONO) CITANDO GLI ELKANN

Non da oggi il quotidiano “La Repubblica”, così come “La Stampa” – entrambi della stessa proprietà in casa Elkann – criticano anche ferocemente il Governo di Centrodestra guidato da Giorgia Meloni: il dato non è scandaloso, così come infatti avveniva su fronte opposto con i quotidiani più “filo-centrodestra” quando al potere c’erano Pd e Conte. Il tema è sul contenuto ed è su quello che si è consumato un scontro non minimale nella lunga intervista della Presidente del Consiglio lunedì sera a “Quarta Repubblica”: parlando del tema privatizzazioni, la leader FdI ha risposto direttamente ad un titolo degli scorsi giorni del quotidiano diretto da Maurizio Molinari.



«Ho letto una prima pagina di Repubblica che diceva ‘L’Italia è in vendita’», spiega Meloni nel suo intervento nella trasmissione di Nicola Porro, «Ora francamente che quest’accusa mi arrivi dal giornale di proprietà di quelli che hanno preso la Fiat e ceduto ai francesi, hanno trasferito all’estero sede legale e sede fiscale, hanno messo in vendita i siti delle nostre storiche aziende italiane… ». Con un ulteriore riferimento alla proprietà degli Elkann (Stellantis, Juventus, Exor, Gruppo GEDI, etc…), la Premier Meloni conclude «Non so se il titolo fosse un’autobiografia, però le lezioni di tutela dell’italianità da questi pulpiti anche no».



LA RISPOSTA DEL DIRETTORE MOLINARI: “MELONI NON HA SUPERATO TEST DI DEMOCRAZIA”

All’invettiva di Giorgia Meloni contro Repubblica e contro gli Elkann risponde a stretto giro il direttore Maurizio Molinari, criticando la Presidente del Consiglio e invitandola ad accettare le critiche: «Metodo e merito di queste affermazioni pubbliche descrivono una carenza di rispetto e comprensione per la libertà di informazione…», attacca il direttore di Repubblica. Sul tema ancora della libertà di informazione, Molinari conclude «Aggredire questo lavoro giornalistico significa non volersi confrontare con il dovere di rispondere alle domande più difficili. Ma la vita democratica impone ad un capo di governo di affrontare ogni domanda, anche le più ostiche. È un test di leadership che Giorgia Meloni ieri ha dimostrato di non saper superare, celandosi dietro una narrativa sovranista sulla patente di italianità».



Parlando di privatizzazioni a Quarta Repubblica, Meloni aveva anche aggiunto come il dossier sia al centro dell’operato del Governo per i prossimi anni, ribadendo come però «lo stato mantiene sempre il  controllo quando è fondamentale». Il tema non è dunque “regalare” miliardi a qualche imprenditore fortunato o amico, rintuzza la Presidente del Consiglio, «come spesso visto in passato. Per me significa che lo stato può indietreggiare dove la sua presenza non è necessaria mentre deve avanzare quando la sua presenza è necessaria». La strategia del Governo sulle privatizzazioni vedrà i primi segnali già nel documento economico di Bilancio, dove sono già previsti «20 miliardi in tre anni. Un lavoro che si può fare con serietà. Possiamo cedere alcune quote di società pubbliche senza compromettere il controllo pubblico e su alcune società interamente di proprietà dello stato possiamo cedere quote di minoranza a dei privati».