Botta e risposta a distanza fra il direttore del quotidiano La Stampa, Massimo Giannini, e la leader dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. A far scattare il duello verbale è stato il collega del giornale torinese, che ha definito la Meloni “La sciamana d’Italia” nel suo editoriale in prima pagina di ieri 11 gennaio 2021, dopo che la stessa aveva in qualche modo difeso Donald Trump a seguito dei gravi fatti di Capitol Hill.
Il giornale piemontese ha pubblicato per intero la risposta di Giorgia Meloni, affidata a Facebook, e in cui si legge: “Il problema è non essere diventata una sostenitrice di Biden ed essere rimasta coerente – un passaggio della lunga replica – per questo sarei impresentabile?” e ancora: “Mi ricordo quando sostenne che il tweet di Trump in favore di ‘Giuseppi’ andava letto nell’ottica di ‘preservare un ordine mondiale’, mentre oggi ci spiega che Trump rappresenta il disordine mondiale. Io non sono così, non cambio idea per mettermi al riparo dalla tempesta, chinando il capo di fronte al nuovo padrone”.
MELONI VS GIANNINI: LA CONTROREPLICA DEL GIORNALISTA
Quindi l’affondo ‘politico’: “Il suo ragionamento – prosegue la Meloni nella sua risposta a Giannini – tradisce quella presunta e mai dimostrata superiorità morale per la quale la sinistra pretende perfino di spiegare cosa dovrebbe essere la destra. Ma come sappiamo entrambi, una destra che piace alla sinistra non piace a chi è di destra, e quindi è destinata a essere marginale. Ci siamo già passati. La vostra “destra normale” è una destra che perde. Comprendo la legittima speranza, coltivatela pure. Quello che invece non potete fare è cercare in ogni modo di demonizzare la destra quando vince, dipingendo la realtà per quello che non è”. Subito dopo è giunta la controreplica di Giannini, che dopo aver ringraziato, in maniera ironica, la leader di Fratelli d’Italia, ha rincarato la dose aggiungendo: “Dopo aver letto la seconda lettera della presidente di Fd’I, da cittadino, sono ancora più convinto che la sua non sia una destra ‘normale’. L’ultima prova è di ieri: l’assessore all’Istruzione del Veneto, Elena Donazzan, ‘sorella d’Italia’, che in radio canta ‘Faccetta nera’ e dice di preferirla a ‘Bella Ciao’. Facebook censura, ed è un errore. Meloni tace, ed è un orrore”.