Giuliano Amato sul referendum sulla giustizia promosso da Lega e Radicali hanno riacceso l’entusiasmo nel Carroccio in vista della sentenza della Consulta in programma martedì a proposito dei sei quesiti. “Dobbiamo impegnarci al massimo per consentire, il più possibile, il voto popolare”, le parole del neo presidente della Corte Costituzionale. Ma attenzione allo scontro Meloni-Salvini…
Se Amato ha ribadito l’importanza di non cercare ad ogni costo il pelo nell’uovo per buttarli nel cestino, Salvini teme qualche contrattacco. Le sue parole nel ringraziare Amato non sono casuali: «Sarebbe grave se qualcuno pensasse di ostacolare o rallentare una urgente, necessaria e condivisa riforma della giustizia». Il riferimento è a Fratelli d’Italia…
Meloni vs referendum giustizia Lega: clima rovente
“Il centrodestra si è sciolto come neve al sole”, ha ricordato Matteo Salvini a proposito dell’elezione del Presidente della Repubblica, e Giorgia Meloni nel corso delle ultime settimane non ha risparmiato frecciatine. Pur condividendo la maggior parte dei quesiti, quattro su sei, la leader di Fratelli D’Italia non sembra intenzionata a partecipare alla campagna referendaria in primavera, riporta La Stampa. “Troviamo incomprensibile che questi temi, nell’acclamazione trasversale del discorso di Mattarella, non possano trovare rapida soluzione legislativa in Parlamento, facendo risparmiare centinaia di milioni di euro agli italiani”, le parole di Giorgia Meloni ai microfoni de La Stampa. E non solo: FdI nei prossimi giorni depositerà una mozione in tal senso e “vedremo chi ci sta o meno”. “Se tutti sono d’accordo come dicono, votiamo in Parlamento”, il ragionamento di Andrea Delmastro, che ha tenuto ha smentire l’ipotesi di un boicottaggio del referendum leghista: “Anzi, proprio quella prospettiva ha sortito un effetto positivo, sfruttiamolo”. Ma, come dicevamo, la tensione è tantissima. Nel Carroccio non è stata accolta di buon grado la posizione di FdI. Netta Giulia Bongiorno, responsabile Giustizia della Lega: “I quesiti toccano questioni costituzionali, non si possono certo cambiare con un emendamento votato dal Parlamento”.