Memo Remigi ricorda i suoi Sanremo: “Ho avuto due canzoni come autore

Dopo la sua intervista a BellaMa’ da Pierluigi Diaco, che ha inaugurato il suo ritorno in Rai dopo il caso legato a Jessica Morlacchi a Oggi è un altro giorno, Memo Remigi è stato stamattina ospite di Tiberio Timberi e Anna Falchi a I fatti vostri. Il cantante e compositore ha ripercorso le principali tappe della sua carriera nella musica, ripescando dal passato anche i più preziosi ricordi che lo legano a Sanremo. In un solo anno, il 1966, scrisse infatti due canzoni divenute simbolo della musica italiana e che erano entrambe in gara.



Il mio Sanremo è stato importante perché ho avuto due canzoni come autore: Io ti darò di più, cantata da Ornella Vanoni e Orietta Berti, e lo stesso anno, il ’66, La notte dell’addio, per me la canzone più bella che ho scritto, cantata da Iva Zanicchi e Vic Dana, un cantante americano. Questa canzone andò poi in America: la cover americana ha avuto molto più successo“, ha ammesso.



Memo Remigi legato alla musica e a Topo Gigio: il retroscena

Memo Remigi ha fatto della musica la sua passione sin da bambino. A I fatti vostri il cantante ricorda: “Fin da bambino, in casa facevamo i concertini la domenica, si usavano. Mio papà suonava il pianoforte, io la fisarmonica, mia madre canticchiava. Ho tutto il repertorio di tutte le canzoni di quell’epoca“.

Oltre al grande successo in musica, Remigi ha anche prestato la sua voce a Topo Gigio, personaggio simbolo della televisione di quegli anni. Un personaggio che ancora adesso molti ricordano con grande affetto, come spiega in studio: “I papà di oggi, che allora erano bambini, adesso quando mi incontrano per strada dicono ai loro figli: ‘Vedi questo signore? Memo Remigi faceva Topo Gigio’“. Infine, rivela un retroscena legato ad Adriano Celentano, che svolse assieme a lui il servizio militare: “Siamo della stessa classe. Stavamo insieme in questo servizio militare che facevamo a Torino, e facevamo parte di un complessino. Lui aveva già fatto la prima canzone di grande successo, e aveva un’automobile. Con lui la sera si andava in giro“.