A Timeline, su SkyTg24, l’intervista Daniele Mencarelli, scrittore che è stato costretto ad un Tso, un ricovero obbligato, a seguito di uno scoppio improvviso di rabbia. Il poeta ha vissuto sette giorni in un reparto psichiatrico e dalla sua esperienza è nata una serie tv per Netflix dal titolo “Tutto chiede salvezza”, in streaming da domani, 14 ottobre: “Sono sempre stato un soggetto che dava segni di sensibilità e fragilità nel bene come nel male – ha raccontato Daniele Mencarelli in diretta tv, trattando il tema della salute mentale – c’è un’età di passaggio in cui il disagio psichico e psicologico esplode ed è proprio dall’adolescenza in poi. A me bastò durante una giornata di lavoro un incontro più doloroso della norma a farmi esplodere”. Nella serie tv Netflix vi è la presenza di Nina: “Rappresenta tutte quelle nuove forme di tecnologie – prosegue ancora l’autore – che se utilizzate in modo esagerato, se diventano abuso, portano all’esplosione di quella famosa latenza di cui parlavamo prima. Nina è un’influencer che non resiste a quello che ha costruito, ci dimentichiamo sempre che le parole fanno male e lei viene subissata di offese e tenta il suicidio, che a quell’età succede spesso. Rappresenta il prototipo di nuove forme di malattie, ogni epoca porta come risvolto negativo del progresso, questo carico di dolore di chi non usa ma abusa di certi sistemi”.



Sul fatto che i ragazzi di oggi sembrano essere più consapevoli dei problemi mentali: “E’ un dato che fa ben sperare perchè chiedere aiuto è il primo passo per capire il problema. Io grazie al romanzo ho incontrato 50mila ragazzi in tutta Italia, ne sono più consapevoli loro rispetto a genitori e nonni. Vogliono un aiuto ma non si accontentano di quello medico, chiedono di poter dialogare in maniera più ampia della propria natura. Chiedono strumenti per indagarsi, e noi abbiamo perso tutte quelle lingue che parallelamente alla scienza aiutavano l’uomo a ritrovare se stesso. Non è per sminuire la scienza, ma con una sola lingua non si sopravvive e io continuo a difendere la lingua meravigliosa che è la poesia”.



SALUTE MENTALE, EMANUELE CAROPPO: “BONUS PSICOLOGO SOLO IL PRIMO PASSO”

In collegamento con Timeline vi era anche il professor Emanuele Caroppo, psichiatra: “E’ il pregiudizio il vero nemico della possibilità di riconoscere le fragilità – le sue parole sulla salute mentale – il disagio è un continuum, la salute mentale è come se perdesse ogni volta una goccia fino ad arrivare all’esplosione di un disagio più conclamato. Un recente sondaggio ha svelato che l’80% degli intervistati ha difficoltà a parlare dei propri disagi, a chiedere aiuto, mentre il 20 per cento dei campioni non chiede aiuto, quindi il 100 per cento del campione quando si tratta di fragilità psichica non chiede aiuto per via del pregiudizio”. Sui problemi di salute mentale aggravatisi dopo lo scoppio della pandemia: “La salute mentale altro non è che la promessa che una persona può essere ciò che realmente è, e nel momento in cui si deve affrontare un trauma collettivo come la pandemia, uno stravolgimento importante soprattutto per i giovani, tutto questo ha prodotto un impatto traumatico disorientante. Vi era poi l’impossibilità in molti casi di trovare risposta al disagio emergente, visti gli ospedali intasati, una telemedicina che era agli albori… l’impossibilità di chiedere aiuto subito. Si è risposto profondamente in modo efficace a questa nuova richiesta, ma abbiamo visto nuove sindrome soprattutto fra i giovani, prodursi tagli, scatti di ira, alterazioni abitudini alimentari, chiusura anche dopo il lockdown, hanno avuto un impatto importante su stili e abitudini di giovani e meno giovani. non si potuto essere completamente chi è”.



Sui giovani il professor Caroppo ha aggiunto e concluso: “I giovani più consapevoli dei problemi? E’ un buon segnale, ben venga che i giovani conoscano se stessi, ma è un qualche cosa che va implementato. Ci sono ancora pregiudizi e stigam. Il numero dei giovani che chiederà aiuto sarà sempre maggiore, per cui è importante l’informazione e con l’auspicio che il bonus psicologo possa essere solo il primo passo di una lunga attenzione verso la salute mentale affinchè nel prossimo futuro possano essere inserite per la salute mentale risorse maggiori rispetto all’attuale 2%”.