MeowTalk Cat Translator è un’app che ha la capacità di tradurre i miagolii dei gatti in un linguaggio semplice e alla portata di tutti. Ad approfondire la questione è stato il “New York Times”, che racconta l’esperienza diretta di una sua giornalista con la sua “micetta” Momo come co-protagonista: “Per due giorni ho cercato, senza riuscirci, di sollecitare un suono, una risposta. Il terzo giorno per disperazione, ho deciso di prenderla mentre stava divorando la sua cena, un’interruzione che avrebbe sicuramente suscitato un miagolio di protesta. E proprio al momento giusto, Momo s’è lamentata”.



A quel punto, MeowTalk ha elaborato il suono e ha tradotto: “Sono felice!”. Inoltre, MeowTalk ha fornito una traduzione ancor più plausibile una settimana dopo circa, quando la giornalista ha fatto ritorno a casa dopo quattro giorni di assenza: “Dopo avermi visto, Momo ha miagolato e fatto le fusa: ‘Piacere di vederti’, ha tradotto l’app, seguito dopo qualche istante da un ‘adesso lasciami riposare'”. Come sottolineato da Javier Sanchez, uno dei fondatori dell’app, “stiamo cercando di capire cosa dicono i gatti e di dar loro voce. Vogliamo usare questo strumento per aiutare le persone a costruire relazioni migliori e più forti con i loro mici”.



MEOWTALK, L’APP CHE DÀ VOCE AI GATTI: “RILEVA E ANALIZZA I MIAGOLII IN TEMPO REALE”

Nella sua analisi, il “Times” ha scritto che “MeowTalk è il prodotto di un crescente interesse nell’aggiungere nuove intelligenze – algoritmi di apprendimento automatico – per decodificare la comunicazione animale. L’idea non è così inverosimile come potrebbe sembrare. Ad esempio, i sistemi di apprendimento automatico, che sono in grado di estrarre schemi da grandi set di dati, possono distinguere tra gli squittii che emettono i roditori quando sono felici e quelli che emettono quando sono in pericolo”.



MeowTalk “rileva e analizza le espressioni dei gatti in tempo reale, assegnando a ciascuno un ‘intento’ ampiamente definito, come felicità, riposo, caccia o ‘richiamo di accoppiamento’. Quindi mostra una ‘traduzione’ inglese semplice e colloquiale di qualunque intento essa rilevi, come il ‘lasciami riposare’ di Momo, prigioniera tra le accoglienti e affettuose braccia della sua padrona“.