Il mercato Esquilino di Roma è finito al centro di un vero e proprio caso di cronaca e (mal)costume nelle ultime ore, a causa dell’intervento del personale del Sian (Servizio igiene degli alimenti e nutrizioni) dell’Asl capitolina, che ha emesso un provvedimento di chiusura immediata a causa delle condizioni a dir poco indecenti nelle quali veniva conservato il cibo destinato alla vendita. Come riporta il quotidiano “Libero”, c’era di tutto e di più: dalle blatte ai topi financo ai volatili, con annessi escrementi e liquami a rendere il quadro davvero difficile da accettare e da descrivere, anche soltanto a parole.



Quadro, peraltro, che si estendeva su una superficie di 4mila metri quadrati e al quale soltanto ieri ha posto rimedio la polizia locale, in seguito alla decisione degli uomini dell’Asl romana, di cui vi parlavamo poche righe fa. Così, proprio in un periodo storico che, per mille motivi, dovrebbe indurre tutti noi a rispettare le norme anti-Covid per vincere la battaglia più complicata dal Dopoguerra ad oggi, si registra l’ennesimo episodio negativo, che fa capire, ancora una volta, come da questa pandemia non usciremo tutti più buoni.



MERCATO ESQUILINO TRA BLATTE, TOPI E… PARRUCCHIERI APERTI

Non solo il cibo e la sporcizia hanno rappresentato una violazione al mercato Esquilino di Roma, il quartiere più multi-etnico della città. Infatti, sempre stando a quanto scrive “Libero”, all’interno di un negozio sono stati trovati tre lavoratori e sei clienti che si stavano facendo tagliare i capelli (alcuni erano in attesa del proprio turno), senza che nei locali fossero presenti prodotti disinfettanti, recapiti e nominativi dei clienti e, inoltre, senza l’utilizzo di asciugamani monouso. Così, al titolare (un 35enne), è stata elevata una sanzione pari a mille euro “per l’assenza di un direttore tecnico presente in loco e per violazione delle normative anti-Covid”.  Una situazione, quella del mercato Esquilino, con cui, sostiene “Libero” i romani erano costretti a convivere ormai da anni “e non potevano protestare, se non volevano essere tacciati di razzismo. Ora non basterà un estemporaneo blitz di primavera per indurli a credere che la giunta Raggi abbia improvvisamente risolto il problema del degrado con una tardiva pulizia”.

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