La Federazione autonoma bancari italiani (FABI) ha pubblicato un’analisi sul mercato immobiliare italiano, puntando soprattutto la lente di ingrandimento sui tassi d’interesse sui mutui, basati sui tassi della BCE. Quest’ultima, infatti, negli ultimi due anni ha portato i tassi d’interesse dallo 0% (che fu effetto della ripresa post-pandemica) fino alla soglia record del 4,5%, toccata già lo scorso settembre e rimasta stabile fino ad ora.
L’effetto degli aumenti a dir poco vertiginosi dei tassi d’interesse della BCE è stato, sottolinea la principale sigla sindacale dei banchieri italiani, evidente soprattutto sul mercato immobiliare italiano. Con un costo del denaro fissato al 4,50% da parte della Banca centrale, evidenzia il rapporto FABI, gli interessi sui mutui sono schizzati al 4,48%, raggiunto lo scorso novembre, salvo poi diminuire leggermente al 3,99% a gennaio. Un aumento che rappresenta anche una triplicazione dei tassi sui mutui (a gennaio 2022 erano, infatti, all’1,45%), che ha avuto un effetto drammatico sul mercato immobiliare. Infatti, la compravendita di immobili in Italia è diminuita, lo scorso anno, dal 12%.
FABI: “Tagli dei tassi sui mutui per sostenere il mercato immobiliare”
Nell’analisi della FABI si sottolinea come l’effetto sul mercato immobiliare dei tassi sui mutui sia evidente. Nel biennio 2021-22, infatti, con i tassi BCE fissi allo 0% il totale dei nuovi mutui era cresciuto del 9,05%, con nuove erogazioni pari a 35,4 miliardi (18,3 miliardi nel 2021 e 17 nel 2022). Con i tassi alle stelle, invece, lo stock dei nuovi mutui è calato di 2,3 miliardi di euro. Ne consegue che sono diminuiti tra il 50 e il 41% gli italiani che si indebitano per comprare casa.
“Sarà fondamentale per le banche e anche per le famiglie”, ha evidenziato Lando Maria Sileoni, segretario generale della FABI parlando dell’indagine sul mercato immobiliare e i tassi sui mutui, “che la Banca centrale europea acceleri l’avvio del percorso di riduzione del costo del denaro. L’allentamento della politica monetaria, atteso ormai dalla maggior parte degli osservatori, è fondamentale proprio per rimettere in condizione, al più presto, le stesse banche di poter tornare a sostenere il mercato immobiliare. Per l’Italia significa ridare ossigeno a un pezzo fondamentale della nostra economia che vale diversi punti di Pil, se si conteggiano tutti i settori collegati alla compravendita e tutto il cosiddetto indotto”.