Enrico Letta sulle pagine di Repubblica ha presentato, sommariamente e a grandi linee, il contenuto del rapporto che gli è stato commissionato dal Consiglio europeo e che dovrebbe contenete le indicazioni per rilanciare il mercato unico in UE. Allo stato attuale, infatti, secondo l’ex premier, il mercato europeo presenta “spaccature [e] dinamiche di esclusione che hanno evidenti effetti politici”, che richiedono un ripensamento integrale dei suoi meccanismi.
Il documento di Enrico Letta sul mercato unico UE si affiancherà a quello che sta, contemporaneamente, redigendo Mario Draghi sulla competitività europea e dovrebbero servire entrambi per dare una base su cui partire alla prossima legislatura. L’Europa, hanno evidenziato tutti e due gli ex premier italiani, sta pagando “il prezzo degli ultimi anni di paure, per la Brexit, il Covid, la guerra in Ucraina, la crisi energetica” che, riflette Enrico Letta, hanno causato “un ripiegamento verso la dimensione nazionale”, facendo regredire il mercato unico UE “in molti campi”. Due le criticità su cui l’ex segretario del Pd invita a riflettere: la concorrenza, che è a svantaggio delle imprese più piccole, e la coesione sovranazionale, che è tale solo per i grandi centri urbani, ma non per le periferie. Il punto principale del suo ragionamento è che “la frammentazione [del mercato] è la morte dell’Europa”, così come “l’inerzia ci porta al declino” e richiede, ora, interventi rapidi e mirati.
Enrico Letta: “Le direttive UE non funzionano, servono regolamenti attuativi”
Contro le due problematiche che Enrico Letta ha individuato nel mercato unico UE propone due interventi che intenderà perseguire nei prossimi anni. In primo luogo, a favore delle imprese piccole, “un nuovo ordinamento commerciale” che affianchi i 27 giù in uno nei vari Stati e che potrà essere utilizzato dalle aziende che potranno, così, avere “la garanzia di operare in tutti i Paesi senza bisogno di adeguamenti”, unitamente anche ad un regime fiscale comune, scelto tra i 27 degli stati membri.
Secondariamente, secondo Enrico Letta, per favorire la ripresa del mercato unico UE serve anche “una profonda riforma delle politiche di coesione“, perché allo stato attuale il mercato favorisce “la parte più mobile e cosmopolita della società”, a svantaggio delle aree rurali e periferiche dove si registra, negli ultimi anni, “uno spopolamento e un impoverimento di servizi essenziali”. Ricalcando, nuovamente, la linea di Mario Draghi, poi, Enrico Letta propone di intervenire, sempre nell’ottica del miglioramento del mercato unico UE sui settori “in cui l’Europa va peggio” come le telecomunicazioni, l’energia, la finanza e la difesa. Soffermandosi, infine, sul funzionamento generale dell’Europa, che influenza anche il mercato, l’ex premier propone di sostituire alle “direttive”, che secondo lui creano “una frammentazione incredibile” lasciando gli Stati liberi di recepirle quando e come vogliono, “i regolamenti immediatamente attuativi“, facendo sì che “gli Stati intervengano solo una volta nel processo decisionale, nella fase ascendente, eliminando gli interventi in quella discendente”.