Sono oltre 1800 i dipendenti dei tanti punti vendita Mercatone Uno, rimasti senza lavoro dopo il fallimento decretato dal tribunale di Milano della Shernon Holding, la società proprietaria. Oggi, in tanti sono scesi nuovamente in piazza manifestando il loro malcontento ma anche la loro disperazione alla luce di una situazione che non si presenta per nulla semplice. A tornare in strada, come riferisce Il Fatto Quotidiano, sono stati i lavoratori di uno dei 55 punti vendita Mercatone Uno, a Legnano, tra cori e striscioni. In tanti hanno appreso la notizia del dichiarato fallimento lo scorso venerdì sera attraverso un semplice messaggio su Whatsapp. Quando il sabato mattina si sono ritrovati di fronte al negozio, le saracinesche erano abbassate. “Ad oggi non abbiamo ancora nessuna comunicazione da parte dell’azienda”, ha dichiarato una ex dipendente, rimasta chiaramente senza stipendio e che ora rischia di non avere neppure più un posto di lavoro. Molti dei lavoratori che oggi si sono ritrovati a protestare ed a chiedere maggiori tutele sono genitori, tante le mamme, alcune single e monoreddito, che ora hanno difficoltà a sfamare i rispettivi figli. “I nostri figli aspettano risposte”, si legge non a caso su uno dei tanti striscioni.



MERCATONE UNO: DIPENDENTI SCENDONO IN STRADA

La sensazione che qualcosa non andava l’avevano avuta in tanti dipendenti Mercatone Uno ma, come dichiara oggi una lavoratrice in attesa di risposte, “l’azienda ci ha sempre detto di avere fiducia, che arrivano i finanziatori e tutto tornava come prima. Ma noi non avevamo la fiducia perchè non arrivava la merce, non potevamo fare gli ordini e la fiducia veniva meno giorno dopo giorno”. Ovviamente era solo una sensazione dal momento che “siamo sempre stati tenuti all’oscuro di tutto”, accusa ancora la ex dipendente. Ad esporsi è stata anche la segretaria Filcams Cgil di Legnano, Milena Padovani, che ha commentato: “Chi doveva vigilare e sorvegliare la procedura di acquisizione della Shernon non lo ha fatto. Certamente negli ultimi mesi non hanno vigilato a sufficienza. Ed a proposito di responsabilità, nei giorni scorsi Carlo Calenda e Luigi Di Maio avevano tentato di scaricare le colpe l’uno sull’altro. “È scandaloso vedere lo scaricabarile tra il ministro del Lavoro attuale e quello precedente, noi intanto non stiamo percependo un euro”, protestano i dipendenti.

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