Mercedes-Benz ha annunciato che gli obiettivi sulle auto elettrificate precedentemente fissati sono stati rimandati dal 2025 al 2030. Essi, come riportato da Reuters, nel dettaglio, prevedevano che questo genere di veicoli, che includono le automobili elettriche e tutte le tipologie di vetture ibride, rappresentassero il 50% delle vendite della casa automobilistica. Un risultato di questo genere è tuttavia apparso fuori dalla portata, per cui con un anno di anticipo i vertici ne hanno preso coscienza e hanno slittato le scadenze.



Il CEO Ola Kaellenius, già alla fine dello scorso anno, aveva avvertito che, anche in Europa, le vendite probabilmente non sarebbero state completamente elettriche entro il 2030, dato che le auto a batteria attualmente rappresentano soltanto l’11% delle vendite totali. Una percentuale che sale al 19% se si includono anche i veicoli ibridi. Il risultato è ben lontano a quello del 50% a cui si aspira. È per questo motivo che Mercedes-Benz, così come molte altre case automobilistiche, è stata costretta a rivedere i propri piani.



Mercedes-Benz rimanda gli obiettivi sulle auto elettrificate al 2030: le conseguenze

Mercedes-Benz, rimandando i propri obiettivi sulle auto elettrificate al 2030, ha confermato di essere una delle case automobilistiche che meno strizzano l’occhio al green e in particolare a questa tipologia di produzione. Si tratta di una scelta che d’altronde rispecchia le esigenze di mercato, anche se altri soggetti del settore non vogliono ancora arrendersi a questa evidenza. Gli investimenti nella capacità e nello sviluppo tecnologico di queste vetture hanno infatti superato l’effettiva domanda. Un fenomeno che potrebbe causare una vera e propria crisi nei fornitori.



Non è un caso in tal senso che, dopo che Mercedes-Benz ha annunciato la volontà di continuare a puntare per almeno altri cinque anni sulle auto a combustione, le azioni della casa automobilistica di lusso siano aumentate del 5,9%. La mossa tra l’altro è stata sostenuta anche da un programma di riacquisto di azioni da 3 miliardi di euro. Gli investitori dunque non restano a guardare.