Meri Zorz l’avvocatessa di Treviso che è scampata miracolosamente ad un tentato omicidio da parte di un suo cliente, Giuseppe Silvestrini che l’ha accoltellata poi si è suicidato impiccandosi, è intervenuta alla trasmissione i Fatti Vostri, per raccontare il tragico episodio.  Ricorda come ha conosciuto l’uomo che si è poi trasformato in un mostro, dice “mi è stato mandato da un caro amico, la prima impressione è stata di avere davanti una persona traquillissima che doveva solo gestire una pratica di successione, un semplice caso di routine“.



Poi Giuseppe ha iniziato a manifestare alcune paranoie, in seguito alla vendita di alcuni terreni, doveva presentarsi in studio per concludere l’accordo ma non si fece più trovare, era irreperibile e non rispondeva neanche al telefono“. Meri Zorz prosegue nel ripercorrere la storia “Dopo due giorni andai a cercarlo e verificai che la sua auto fosse parcheggiata sotto casa, allora entrai, lui era a letto e non stava bene. Mi chiese scusa per come si era comportato dicendomi che mi voleva bene“.



Meri Zorz “L’uomo che ha tentato di uccidermi per me era una brava persona”

L’uomo che ha tentato di uccidere Meri Zorz sicuramente aveva un disagio mentale ma non era stato accertato, “aveva un buon lavoro” dice l’avvocatessa, “in quell’occasione particolare pensai che fosse solo un momento di fragilità e stress. Era preoccupato io gli consigliai una visita psichiatrica“. Poi però i messaggi si intensificarono ed erano ossessivi, “lui aveva paura che io lo abbandonassi e mi chiedeva incontri continui. A quel punto pensai davvero di lasciarlo come cliente perchè la situazione era diventata abbastanza pesante“. Quella mattina, dice Meri Zorz,  “mi chiese giusto 5 minuti per venire in studio, avevo rinunciato ormai al mandato e volevo dirglielo di persona così gli ho concesso l’incontro veloce“.



Grazie al poco tempo che gli ho dato per venire in studio mi sono salvata“,  perchè forse Giuseppenon ha avuto modo di trovare un’arma migliore di quel coltello da carne” aggiunge.  “All’inzio era collaborativo poi appena ho chiuso il fascicolo mi ha aggredito, improvvisamente e si è scagliato contro di me. Ero sola in ufficio e sono riuscita a scappare in strada“. E conclude con tristezza “Mi chiedo tutti i giorni come mai non è riuscito ad uccidermi, oltre a 12 pugnalate ha tentato anche di strangolarmi“. “Mi è molto dispiaciuto sapere che si era impiccato, non avrei mai voluto che si suicidasse, per me era un uomo buono con alcuni lati oscuri“.