Un retroscena assai “rumoroso” che però ancora non è stato smentito quello uscito ieri su Repubblica a firma Goffredo De Marchis: nel pieno delle trattative per la formazione del nuovo Governo Pd-M5s, con i 20 punti di Di Maio e il voto su Rousseau a rendere più complessa l’alleanza (fin quasi a farla saltare, ndr) al Nazareno è giunta la telefonata di Angela Merkel per dire che il Governo Conte-bis «deve farsi ad ogni costo». Al momento nessuno ha ancora smentito Repubblica e se davvero così fosse, il tanto temuto “patto di Bruxelles” per non far tornare l’Italia al voto – sbandierato da Matteo Salvini in questi giorni – non sarebbe poi così tanto strampalato. Dagli endorsement internazionali dei giorni scorsi (G7 Biarritz ma non solo, ndr), dalle pressioni per allontanare Salvini dal Governo fino a questa misteriosa e “segreta” telefonata di Berlino alla sede del Partito Democratico: il “piano” visto già durante le votazioni per la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Layen (Pd, Forza Italia e Movimento 5 Stelle assieme contro il sovranismo di Salvini e Meloni) potrebbe essere intervenuto anche in questa occasione per creare un cordone di “appoggio” al Premier Conte per potersi liberare politicamente del nemico n.1 uscito vincitore dalle Elezioni Europee. Già nei giorni scorsi si era avuta l’impressione che tra Berlino e Bruxelles fosse visto piuttosto bene l’ipotesi un Governo Pd-M5s che arginasse Salvini ed evitasse il voto anticipato: Oettinger, commissario uscente al Bilancio Ue, aveva detto senza mezzi termini «l’Unione Europea è pronta ad aiutare molto di più Roma con questo nuovo Governo».



IN COSA CONSISTE IL “PATTO” MERKEL-CONTE

Da ultimo, sarebbe spuntato in questi giorni – ne parla il Giornale – anche un documento europeo per alleggerire le regole sul debito pubblico qualora si insediasse a Roma un Governo non euroscettico bensì pro-Europa e pro-Ursula Von der Leyen. La telefonata di Merkel al Pd, se venisse davvero confermata, non farebbe che rilanciare il “timore della Lega” di una pressione forte dalla Commissione Ue per proseguire con le trattative giallorosse ed evitare il più possibile l’arrivo alle urne in piena scrittura della Manovra economica. «Il governo va fatto a ogni costo per fermare i sovranisti», avrebbe riferito la Merkel con ogni probabilità al big dem Paolo Gentiloni. Ieri da Pinzolo, Salvini non si è fatto sfuggire l’occasione e ha attaccato «Il Partito Democratico è al servizio dei Paesi stranieri. Pensano che siamo tutti pecoroni e schiavi, pronti ad aspettare quello che dicono a Bruxelles e Parigi, invece la Lega difende gli italiani, perché noi siamo uomini liberi». Fare l’accordo, trovare ogni carta possibile per far nascere il Governo Conte-bis e liberarsi così di Salvini per poter avere un controllo sul debito molto più soft con addirittura la possibilità di sforare il deficit come già ipotizzato da Matteo Renzi: in questo consisterebbe il “patto” Merkel-Conte e per questo motivo il Premier incaricato sarebbe così contornato di endorsement internazionali così ravvicinati nelle ultime giornate.

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