Mermaids, ente benefico pro trans che opera in Gran Bretagna, è sotto inchiesta. L’indagine formale, come riportato dal The Times, è stata avviata lo scorso 28 novembre dalla Commissione di beneficienza dopo che sono stati recentemente identificati dei “problemi la governance e la gestione” dell’associazione che aiuta i giovani che vogliono avviare un percorso di transizione. L’obiettivo è quello di accertarsi che gli amministratori abbiano rispettato e adempiuto ai propri doveri e responsabilità ai sensi del diritto di beneficenza e che non vi sia stata alcuna cattiva condotta e/o cattiva gestione da parte degli amministratori fiduciari.
“Coopereremo ampiamente, apertamente e con completa trasparenza con la Commissione. L’ente di beneficenza ha un impegno incrollabile per la salvaguardia dei giovani transgender che è, e sarà sempre, la nostra massima priorità”, ha affermato l’ente in una dichiarazione ufficiale. In attesa delle verifiche del caso, diverse organizzazioni hanno sospeso i loro rapporti con Merdaids. Il National Lottery Community Fund ha ritardato i futuri pagamenti e il Department for Education lo ha rimosso dalle sue risorse per la salute mentale e il benessere per le scuole.
Mermaids, ente benefico pro trans sotto inchiesta: il motivo
I motivi ufficiali per cui l’ente benefico pro trans Mermaids sia finito sotto inchiesta non sono stati resi noti, anzi la Commissione di beneficienza ha precisato che il procedimento non significa che siano effettivamente stati riscontrati degli illeciti. Alcune settimane fa, come ricorda la Bbc, tuttavia, l’organizzazione era stata al centro di una polemica sulla fornitura di dispositivi di fasciatura del torace agli adolescenti. Essi servono alle bambine e ragazze che vogliono avviare un processo di transizione ad “appiattire il petto riducendo i tessuti molli”.
Ci sono poche prove mediche dei rischi o dei vantaggi della fasciatura del torace. Un rapporto provvisorio sui servizi di genere per i bambini, però, a marzo scorso ha sollevato la preoccupazione che alcuni dispositivi di questo genere possano essere potenzialmente dannosi. È per questo motivo che sul web l’associazione è stata accusata di spingere i più piccoli verso la transizione, anche a discapito della loro salute.