«Di fronte alla risalita dei contagi occorre riaprire subito il capitolo del Mes. Le riserve sulla perdita di autonomia del Paese sono state superate nei negoziati, quindi ora è assurdo non utilizzare per la sanità le risorse del Meccanismo europeo di stabilità», lo dice Pierpaolo Baretta alla Stampa, sottosegretario Pd all’Economia ma anche prossimo candidato dem alle Elezioni Comunali a Venezia nel 2021. Nel giorno in cui il Governo punta alla stretta su discoteche – tutte chiuse da ordinanza Speranza – e mascherine (obbligatorie all’aperto nelle zone della movida), Baretta spinge assieme ad altri esponenti del Partito Democratico per mettere all’angolo il ‘rinnovato’ alleato al Governo del Movimento 5 Stelle: «la crisi post-pandemia è così grave che le contrapposizioni non servono», ribadisce ancora il sottosegretario giudicando come il tema del Fondo Salva-Stati dovrà essere cardine dal quale ripartire subito a settembre per un accordo di sistema nel Governo Conte-2.
MES, SCONTRO PD-M5S: IL “PIANO” DI CONTE
Fa eco a Baretta anche il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, altro dem vicino a Gualtieri, intervistato a SkyTg24 Economia: «E’ il momento di assumere una decisione pragmaticamente. Per quanto riguarda il Pd e il sottoscritto i soldi si possono prendere anche dalla linea di credito speciale del MES». Il significato politico è chiaro: il Mef, ma in generale l’intero Partito Democratico, prova a mettere pressione al M5s per poter arrivare ad un accordo subito, conscio dei tanti scontri che attendono il Governo nelle prossime settimane su legge elettorale, referendum, dl omofobia e Dl Semplificazioni. I soldi del Recovery Fund non arriveranno prima del 2021 e per questo si prova a stringere la “tempistica” sul Mes e su quei 37 miliardi da destinare subito a spese dirette/indirette per la Sanità. Secondo quanto riportato da diversi retroscena nelle ultime settimane, il piano di Conte – ben conscio della divisione netta nel suo Governo in merito al Mes – potrebbe approntare una soluzione spuria: «richiederne solo una parte, non tutto così da limitare i danni», si legge nel focus di QuiFinanza. «Credo sia utile differenziare le fonti di approvvigionamento», ha detto ancora Misiani, «abbiamo bisogno ancora di spendere molto. Io sono per non buttare via niente, bisogna essere pragmatici perchè l’interesse nazionale è quello di mobilitare il numero maggiore possibile di risorse per far ripartire il Paese».