Clima rovente al Governo, il dossier Mes agita gli animi. Nelle ultime ore si è parlato molto di un presunto virgolettato del leader M5s Luigi Di Maio in cui ipotizzava la crisi di Governo, parole smentite categoricamente dallo staff del ministro degli Esteri. «Luigi Di Maio non ha mai detto di voler far cadere il governo e non è un pensiero riconducibile al capo politico del M5s», si legge in una nota: l’obiettivo è quello di apportare modifiche sostanziali di comune accordo con le altre forze di maggioranza. Chi si schiera dalla parte del Mes è il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, esponente del Partito Democratico: «E’ utile all’Italia e all’Europa. L’euro ha bisogno di un sistema di mutua assicurazione che aiuti gli Stati in temporanea difficoltà finanziaria e potenzi gli strumenti per affrontare le crisi bancarie. La riforma è stata preceduta da un lungo negoziato in Europa, che per la quasi totalità è stato condotto dal precedente governo. Riteniamo sia stato fatto un buon lavoro. Come tutti i compromessi ha luci e ombre, ma nel complesso gran parte delle istanze poste dall’Italia sono state recepite», le sue parole al Corriere della Sera. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



MES, DI MAIO: “ACCORDO ANDRA’ MIGLIORATO”

Continua la querelle a distanza fra il governo e l’opposizione sul tema del Mes. L’ultimo ad esporsi sulla questione, dopo le accese polemiche di questa settimana, è stato il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, che parlando con i giornalisti a margine della cerimonia di inaugurazione della sede di Napoli di Cassa Depositi e Prestiti, ha spiegato: “Il tema non è il Mes in sé – le parole riportate dall’agenzia Ansa – ma se sia un salva Stati o uno stritola Stati. Ieri abbiamo avuto una riunione del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle e siamo tutti d’accordo sul fatto che questo accordo deve essere migliorato”. Anche Paolo De Micheli, ministro delle infrastruttura, si è espresso sul fondo Salva Stati, anch’egli presente all’inaugurazione della Cdp partenopea: “Ho parlato con il nostro ministro dell’Economia – dice – credo che ci chiariremo sui contenuti quanto prima. Il negoziato che è stato portato avanti ha dato i risultati che il ministro Gualtieri ha illustrato in Parlamento qualche giorno fa”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MES, CONTINUA IL CAOS NEL GOVERNO E NELL’OPPOSIZIONE

Dopo la bagarre alla Camera due giorni fa e dopo il medesimo caos questa volta tra Salvini e Conte ieri, il Mes (o Fondo Salva Stati) continua ad alzare diverse preoccupazioni per la tenuta del Governo: in attesa dell’intervento di lunedì prossimo del Presidente del Consiglio in Parlamento, ieri Conte ha preannunciato la querela contro il leader della Lega per aver parlato di «attentato e rischio di alto tradimento», ma i problemi non sono solo tra Governo e opposizioni ma anche internamente alla maggioranza giallorossa. Dopo la riunione di ieri in Parlamento di Di Maio con i gruppi di Senato e Camera, il Movimento 5 Stelle ha chiesto in via semi-ufficiale al Premier di rivedere alcuni punti della riforma Mes definita solo due giorni fa dal Ministro Gualtieri come «trattato chiuso». Di Maio e Salvini, a velocità diverse e ovviamente mantenendo il livello di sfida attuale che li vede al Governo e all’opposizione, chiedono la medesima cosa: congelare il Mes e portarlo prima in Parlamento per il voto, non solo come “ratifica” nel 2020 una volta che il Consiglio Ue lo avrà approvato. «La riforma del Mes non introduce alcuna novità problematica e non presenta nessun rischio per l’Italia che non ha e non avrà bisogno di chiedere il sostegno del Mes in quanto il Paese è solido», ha spiegato questa mattina il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in merito al Fondo Salva Stati, aggiungendo «Sostenere adesso che non lo si vuole più significa voler privare il Paese dell’ombrello della Bce, perché il Mes è indispensabile per attivare il famoso ‘bazooka’ introdotto da Draghi. Salvini e la Meloni sono contro il Mes perché vogliono portarci fuori dall’euro. Ma noi non gli permetteremo di rovinare l`Italia».



MES, GOVERNO NEL CAOS: CONTE QUERELA SALVINI

Salvini e il Centrodestra hanno parlato di possibile “esposto” contro il Presidente del Consiglio per aver sottoscritto «un trattato mortale per l’economia italiana» in merito alla riforma del Mes proposta da Francia e Germania e – pare dalle carte presentate ieri dalla Lega in riferimento al periodo di discussione interna al Governo Conte-1 dello scorso giugno-luglio – “approvata” anche dall’Italia senza però il via libera di Lega e M5s. Interessante però è la seconda intervista di giornata, questa volta dell’ex Ministro Mef che con Conte trattò la vicenda Mes nella scorsa estate in Europa: secondo Giovanni Tria «Al termine delle trattative sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità nelle prime ore del mattino mi arrivò la telefonata di Conte che si complimentò per il risultato raggiunto. Immagino che i due vicepresidenti del Consiglio fossero informati del buon risultato». Ancora Tria ricorda a Repubblica, «il mandato era quello di non cedere su una questione non secondaria: alcuni Stati volevano che si prevedesse che le metodologie specifiche per valutare la sostenibilità dei debiti sovrani fossero rese pubbliche. Per noi era inaccettabile perché significherebbe aprire una corsa a valutazioni prospettiche anche fantasiose su un tema per noi di stretta competenza della Commissione che è un organo politico. Ci opponemmo e la spuntammo». Secondo l’ex Ministro del Governo gialloverde, il trattato Mes non danneggia l’Italia «Poteva essere migliore ma qualsiasi istituzione è frutto di un negoziato tra molti governo». Non tutti sono d’accordo – vedi il Governatore di Bankitalia Visco – e il Governo non è per nulla allineato sul da farsi: secondo i retroscena di CorSera e Repubblica l’ipotesi maggiore è che Conte davanti alla richiesta del M5s possa chiedere all’Ue un rinvio della firma del trattato.