ALTA CORTE GERMANIA RESPINGE RICORSO AL TRATTATO MES: VIA LIBERA A RATIFICA
La decisione era nell’aria e ora è definitiva: la Corte Costituzionale Federale di Germania (Bverfg, l’Alta Corte di Karlsruhe) ha respinto il ricorso presentato negli scorsi mesi contro la riforma del MES, Meccanismo Europeo di Stabilità ovvero il vecchio Fondo Salva-Stati. Il ricorso era sostenuto da 7 deputati del Partito Liberaldemocratico al Bundestag e puntava a far respingere la possibile ratifica del Parlamento tedesco alla riforma del Mes siglata da tutti i membri del Consiglio Ue nel gennaio 2021. Da quel provvedimento ad oggi, sono stati 17 Paesi su 19 ad aver già votato la ratifica del trattato (necessaria per far passare definitivamente la riforma sul MES): mancavano all’appello Germania e Italia, con il Governo Conte e Draghi che non sono riusciti a trovare la quadra nelle variegate maggioranze espresse per ferma volontà di Lega e M5s da sempre critici su quella riforma europea.
Secondo l’Alta Corte tedesca, i querelanti «non hanno spiegato a sufficienza perchè i loro diritti sarebbero stati lesi da tale atto»: non solo, il ricorso non sarebbe stato alquanto sufficiente nel dimostrare perché poteri sovrani nazionali sarebbero ceduti al MES o all’Unione Europea con questo tipo di trattato. Risultato immediato della sentenza della Bverfg è che da oggi presidente della Repubblica tedesca Frank-Walter Steinmeier può ora promulgare la legge sull’adesione della Germania al Mes. I Liberaldemocratici del Fdp avevano presentato il ricorso prima di entrare nel Governo Scholz, ergo Berlino dovrà ora trovare una quadra per arrivare a far ratificare il trattato del MES.
MES: DOPO LA GERMANIA COSA FARÀ L’ITALIA, GLI SCENARI
E l’Italia? Ecco al momento la “patata bollente” sembra giungere sul Governo Meloni, presieduto dalla Premier che in passato ha più volte manifestato tutta la propria criticità sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, alias MES. Strumento emergenziale per poter sostenere a livello finanziario un Paese Ue a rischio default, il Fondo Salva-Stati porta con sé ovviamente elle condizioni alquanto rigorose e stringenti per quanto riguarda il Paese beneficiario di quel prestito/aiuto. In particolare, è sul tema della “rigorosa condizionalità” inserita nella riforma del MES che nei giorni scorsi alla Camera il Governo ha fatto approvare una mozione che impegna l’esecutivo a non approvare il disegno di legge di ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità, non prima di vedere il risultato della sentenza dell’Alta Corte di Germania.
Ora quell’esito è giunto e la linea impostata di mediazione dal Ministro dell’Economia Giorgetti – favorevole in linea di massima alla riforma, così come lo era l’ex Premier Mario Draghi – dovrà. Necessariamente essere sviscerata. In maggioranza la spaccatura sul MES è stata evidente nei mesi scorsi: Forza Italia e l’ala più “governista” che aveva ruoli di prim’ordine nel Governo Draghi erano per il Sì; FdI di Meloni e la parte più vicina a Salvini nel Carroccio invece manifestarono diverse criticità nella ratifica della riforma. Il momento a livello geopolitico europeo è tutt’altro che semplice: dallo scontro con la Francia sul tema migranti, il Governo Meloni sta richiedendo con forza possibili modifiche al PNRR in vista del già altissimo rincaro delle materie prime che necessariamente rischiano di complicare la strada delle opere da implementare con il Recovery Fund italiano. Sullo sfondo, la discussione sempre europea sul tema del caro bollette e sulla governance dei regolamenti Ue da riformare: un’Italia in contrasto al MES – sarebbe l’unico Paese visto la sentenza della Germania (dove la maggioranza di Governo è d’accordo con la riforma) – potrebbe portare ulteriori scricchiolii nei già complessi equilibri continentali. Di contro, è anche legittimo che si possa discutere di una riforma tra l’altro portata a termine con l’appoggio di un Presidente del Consiglio (Giuseppe Conte) diametralmente opposto per visione e ideologia rispetto a Giorgia Meloni.