Il Mes resta l’argomento principale del dibattito politico di questi giorni dopo l’accordo dell’Eurogruppo. Questa intesa finirà sul tavolo del Consiglio europeo che si riunirà il 23 aprile, quando i capi di Stato si riuniranno per firmarla. L’Italia conta di poter ottenere delle modifiche: l’obiettivo è inserire gli Eurobond nel pacchetto di misure. Anche se il premier Giuseppe Conte si è apertamente opposto al Mes, il Parlamento può “vincolarlo”. Potrà infatti essere emanato un atto di indirizzo politico per vincolare il presidente del Consiglio: lo prevede la legge 24 dicembre 2012 n.234, tirata in ballo da Libero. L’articolo 5 prevede infatti che il governo assicuri che «la posizione rappresentata dall’Italia nella fase di negoziazione degli accordi di cui al comma 1 tenga conto degli atti di indirizzo adottati dalle Camere. Nel caso in cui il Governo non abbia potuto conformarsi agli atti di indirizzo, il Presidente del Consiglio dei Ministri o un Ministro da lui delegato riferisce tempestivamente alle Camere, fornendo le appropriate motivazioni della posizione assunta». (agg. di Silvana Palazzo)
CONTE: “SERVONO INTERVENTI DA ECONOMIA DI GUERRA”
Nella sua conferenza stampa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sottolineato le eccezionali condizioni dell’economia mondiale che rendono ormai superato uno strumento come il Mes. “Serve subito un fondo Ue cofinanziato. Servono gli eurobond per un’economia di guerra, lotteremo fino alla fine per questo nel prossimo consiglio europeo“, il Premier ha definito economia di Guerra una condizione che non può dunque essere regolata da un meccanismo come il Mes che è figlio delle crisi economiche che a partire dal 2008 avevano messo su un diverso piano i Paesi membri dell’Eurogruppo. Condizione completamente superata dall’emergenza coronavirus che ha aperto fronti di crisi anche per Paesi precedentemente considerati virtuosi. Secondo Conte “qualcosa è cambiato con l’accordo di ieri sera e l’introduzione di un paragrafo che può portare all’introduzione degli Eurobond e il superamento del Mes.” (agg. di Fabio Belli)
CONTE: “BASTA FALSITA’, LAVORIAMO SU EUROBOND”
«Saranno necessari almeno 1.500 miliardi di euro per fronteggiare questa emergenza europea, la più significativa dal dopoguerra ad oggi», ha esordito Giuseppe Conte in conferenza stampa sul dossier Mes, evidenziando che non è stato firmato niente e che la battaglia è tutt’altro che terminata: «Il ministro Gualtieri ha fatto un grande lavoro, ma si tratta di un primo passo che l’Italia giudica insufficiente: su questa base occorre lavorare ancora». Il premier ha poi aggiunto: «La principale battaglia è quella di un fondo che deve essere finanziato con una condivisione economica dello sforzo, come ad esempio con gli eurobond». «Sul tavolo sono stati messi degli strumenti significativi, ma il nostro strumento è l’eurobond», ha ribadito Conte che ha poi sottolineato: «E’ necessario che ci sia una potenza di fuoco proporzionato. E il fondo deve essere disponibile subito». Infine, l’attacco all’opposizione: «Dibattito si sviluppi con chiarezza e senza falsità: il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito o attivato la scorsa notte come irresponsabilmente detto da Matteo Salvini e Giorgia Meloni». (Aggiornamento di MB)
MES, OPPOSIZIONE VS GOVERNO
Continua il dibattito sul Mes e sull’accordo raggiunto all’Eurogruppo con soddisfazione del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Il premier Conte ha sottolineato di non aver firmato nulla, ma l’intesa di ieri ha mandato su tutte le furie l’opposizione, e non solo. «Fratelli d’Italia chiede ufficialmente a Conte di venire a riferire alle Camere prima del prossimo decisivo Consiglio europeo. Per sottoscrivere accordi in UE serve mandato del Parlamento. Presenteremo una mozione contro il MES: vediamo come voteranno partiti, a cominciare dal M5S», la posizione di Giorgia Meloni, ma il premier deve fare i conti anche con la rivolta all’interno del Movimento 5 Stelle. Michele Giarrusso ha minacciato la maggioranza: «Lo dico a chiare lettere: se il governo ha detto sì al Mes, questa maggioranza non avrà più il mio voto». Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato Pino Cabras: «La proposta di accordo che è stata negoziata all’Eurogruppo dal ministro Gualtieri è palesemente da rigettare». Insomma, clima a dir poco rovente… (Aggiornamento di MB)
“MES, NO CONDIZIONI FINO A 2% PIL”
«Sul Mes è stata eliminata ogni condizionalità, si è introdotto uno strumento facoltativo, una linea di liquidità fino al 2% del Pil, che può essere attivato senza condizione»: così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sul fondo salva-Stati al centro delle polemiche nel corso delle ultime ore. Come vi abbiamo raccontato, l’opposizione è sul piede di guerra ma il Governo – a partire dal premier Conte – ha tenuto a precisare di non aver firmato ancora nulla. Il titolare del Tesoro ha poi sottolineato che Roma non chiede la mutualizzazione del debito passato, ma che le risorse necessarie per la guerra contro il coronavirus siano risorse comuni. La battaglia più dura, ha spiegato Gualtieri, è sul recovery plan: l’Italia chiede che lo strumento sia messo in campo rapidamente e «che abbia una dimensione grande proprio attraverso l’emissione di eurobond». Insomma, attesi aggiornamenti a stretto giro di posta… (Aggiornamento di MB)
OK AL MES, “MA CONTE NON HA FIRMATO”
Il Mes sarà la prima arma di difesa contro la crisi scoppiata per il coronavirus. Dopo giorni di tensione l’Eurogruppo ha trovato l’accordo: non avrà condizionalità se i Paesi useranno i suoi aiuti per le spese sanitarie. Subito dopo l’annuncio dell’intesa sono divampate le polemiche in Italia, visto che il premier Giuseppe Conte aveva espresso esplicitamente la sua avversione al Mes. Fonti del ministero dell’Economia, come riportato dall’Ansa, hanno precisato che nell’accordo sul Mes “non ci sono richieste di austerità o aggiustamento del deficit, ma si chiede solo che i fondi e le risorse che arrivano dal Mes vengano utilizzati per affrontare le spese sanitarie, dirette e indirette, legate alla crisi Covid-19. Si tratta di un radicale cambiamento della normale operatività del Mes“.
E quindi il ministero guidato da Roberto Gualtieri chiarisce che “oggi l’Italia non ha deciso di fare ricorso al Mes, ma ha solo concorso a definire un rapporto che prevede la possibilità di istituire quattro nuovi strumenti per affrontare la crisi del Covid“. Si tratta del nuovo programma della Bei, il programma Sure della Commissione Europea, la nuova linea Pandemic Crisis Support del Mes senza condizionalità e il Fondo per la Ripresa alimentato dall’emissione di titoli comuni europei.
Anche Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 Stelle, conferma: “Non è stato firmato o attivato nessun Mes e non lo faremo, basta bufale. Non importa quanto siano ridotte le condizionalità. M5s continua a sostenere la linea di sempre, che è anche la linea del governo più volte rivendicata dal presidente Conte: sì Eurobond, no Mes“. Il concetto è che l’Italia ha detto sì a questo Mes “riformato” ma non intende attivarlo e punta ancora sugli Eurobond.
EUROGRUPPO, ACCORDO SU MES “MORBIDO”
Partiamo dalle parole ufficiali dell’Eurogruppo, con cui è stato annunciato l’accordo raggiunto in merito al Mes: “Il solo requisito per accedere alla linea di credito del Mes sarà che gli Stati si impegnino a usarla per sostenere il finanziamento di spese sanitarie dirette o indirette, cura e costi della prevenzione collegata a Covid-19. La linea di credito sarà disponibile fino alla fine dell’emergenza. Dopo, gli Stati restano impegnati a rafforzare i fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa la flessibilità”. È servita una trattativa fiume, protrattasi per lunghi giorni e contornata da qualche stop, per addivenire a un’intesa che mettesse tutti, più o meno, d’accordo. Più o meno perché Italia e Olanda si sono viste costrette ad ammorbidire la propria posizione in riferimento alla soluzione individuata, dal momento che avrebbero privilegiato la scelta dell’erogazione di Eurobond, piuttosto che dire sì al Mes. Il dado, tuttavia, è tratto: gli stati membri potranno usufruire 540 miliardi di euro senza alcuna condizioni per fronteggiare le spesa sanitarie. All’Italia dovrebbe spettare una cifra che ammonta intorno ai 35 miliardi di euro.
MES: L’ORIGINE DEI 540 MILIARDI DI EURO E LA “SECONDA CAPORETTO” DI SALVINI
Sono sostanzialmente quattro i pilastri su cui si fonda l’intesa raggiunta fra l’Italia e gli altri Paesi membri dell’Eurogruppo (un compromesso al ribasso secondo Gianluigi Da Rold) e che va ben oltre la semplice definizione dell’accordo sul Mes: un rafforzamento della Bei (la Banca europea degli Investimenti), che dovrebbe assicurare 200 miliardi di euro; 100 miliardi dal Sure, il nuovo strumento europeo per la cassa integrazione; il Mes, con condizioni apparentemente leggere legate al periodo del Coronavirus; la proposta francese di un fondo per un piano di rinascita di 500 miliardi di euro, che si stabilirà in Consiglio europeo, cioè dai leader degli Stati, la prossima settimana. Una strategia che ha trovato d’accordo il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni (che ha twittato: “L’Europa è solidarietà”) e il ministro italiano dell’Economia, Roberto Gualtieri. Non Matteo Salvini, leader della Lega, che nella serata di ieri ha definito il Mes “una drammatica ipoteca sul futuro, sul lavoro e sul risparmio dei nostri figli”, aggiungendo che “dal 1989 ad oggi l’Italia ha versato all’Europa 140 miliardi, ora per averne a prestito 35 ci mettiamo nelle mani di un sistema di strozzinaggio legalizzato. Oltretutto, senza nessun passaggio in Parlamento, come più volte richiesto dalla Lega. Siamo fuori dalla legge, siamo alla dittatura nel nome del virus. Presenteremo mozione di sfiducia al ministro Gualtieri. Se il governo olandese festeggia, vuol dire che è una seconda Caporetto”.
MES, GUALTIERI REPLICA A SALVINI: “ACCUSE GROTTESCHE”
Sull’onda lunga della polemica salviniana, a cui si è peraltro associata anche Giorgia Meloni ha replicato negli scorsi minuti a “Uno Mattina” lo stesso Roberto Gualtieri, che ha definito “abbastanza grottesche”le accuse dei leader della Lega e di Fratelli d’Italia. “Salvini e Meloni ignorano che il Mes già esiste. L’Eurogruppo ha proposto al Consiglio europeo che il Mes possa offrire oltre agli strumenti che già offre, uno strumento incondizionato con il quale i Paesi che lo vorranno potranno prendere soldi senza alcuna condizione”. Il ministro dell’Economia ha sottolineato inoltre come l’Italia non abbia firmato nulla e che abbia semplicemente consentito che fra le quattro proposte sul tavolo europeo vi fosse anche quella di aggiungere agli attuali strumenti del Mes, che prevedono forte condizionalità, anche uno strumento senza condizioni. “Noi consideriamo il Mes come tale, non adeguato ad affrontare questa crisi – ha ribadito Gualtieri –. Serve ben altro e l’Italia vuole che venga costituito un grande fondo per sostenere questa battaglia economica e uscire da questa crisi più forti”.