Il Mes, il sì ai recovery bond ed il no secco ai coronabond: le trattative in Ue ed il voto di ieri al Parlamento Europeo hanno alimentato le discussioni in Italia (ma non solo). Ieri l’Europarlamento ha approvato una risoluzione non vincolante nella quale esorta i Paesi membri a forme di mutualizzazione dei debiti pubblici (futuri, non quelli già esistenti) per fare fronte alle difficoltà economiche legate all’emergenza coronavirus.
La risoluzione invita Bruxelles ad un massimo programma di rilancio con investimenti finanziati da «un accresciuto bilancio europeo cosi come da obbligazioni per la ripresa (recovery bond, ndr) garantite dallo stesso bilancio comunitario, senza comportare la mutualizzazione del debito esistente», riporta Il Sole 24 Ore. E proprio i recovery bond hanno acceso un’altra discussione tra M5s e Pd: i grillini infatti hanno votato contro il passaggio perché nello stesso paragrafo si faceva riferimento incidentalmente anche al Mes. La Lega si è astenuta, mentre Forza Italia, Italia Viva e Fratelli d’Italia hanno dato il via libera.
MES, RECOVERY BOND E CORONABOND: LITE NEL GOVERNO (E NON SOLO)
I recovery bond hanno alimentato lo scontro nel Governo, con Partito Democratico e Movimento 5 Stelle agli antipodi anche sul fondo salva-Stati. Come vi abbiamo raccontato, negli ultimi giorni è andata in scena una guerra a colpi di ultimatum, con il premier Giuseppe Conte chiamato a mediare la contesa tra le principali forze di maggioranza. Il Pd, come Iv, si è detta favorevole al ricorso al Mes, mentre i grillini continuano a respingere la proposta. Il capo politico pentastellato Crimi ha accusato i dem di mettere in discussione la linea del Governo. E l’opposizione non se la passa meglio…
Lega e Fratelli d’Italia continuano infatti a dire no al fondo salva-Stati, mentre Silvio Berlusconi ha aperto alla possibilità. Ma anche all’interno del Carroccio la situazione è tutt’altro che rosea: secondo quanto riporta Repubblica, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti avrebbero posizioni contrastanti: netto l’ex ministro, più possibilista (pensando anche alle difficoltà del Nord) l’ex sottosegretario…