La mancata ratifica del Mes (Meccanismo europeo di stabilità) da parte dell’Italia sarà nuovamente discussa dall’Eurogruppo. L’occasione sarà la riunione di venerdì a Santiago de Compostela. Una fonte qualificata coinvolta nella preparazione delle riunioni dei ministri dell’Economia ha dichiarato, come riportato dal Sole 24 Ore, che ci si aspetta che «il ministro Giorgetti chiarisca il processo parlamentare in atto». L’auspicio in Europa «è che il processo di ratifica sia concluso più presto possibile». La stessa fonte ha aggiunto che di certo «una discussione sul modo in cui potrà essere ampliato l’utilizzo del Mes può partire solo dopo che il processo di ratifica è stato completato».



All’appuntamento col Mes manca solo l’Italia. Infatti, la Camera a inizio luglio ha approvato la sospensione di quattro mesi dell’esame della ratifica del Mes. Nei mesi scorsi l’Eurogruppo in diverse occasioni ha provato a esercitare pressioni sul governo italiano per completare la ratifica del Mes, senza però alcun successo. In particolare, sono contrari Fratelli d’Italia e Lega.



MES, ALTO FUNZIONARIO UE “USCITA? NON CONOSCO MODI PER FARLO”

All’Eurogruppo di venerdì, dunque, si farà il punto della situazione sullo stato di avanzamento della ratifica del trattato Mes. «Ovviamente si tratta principalmente di progressi in Italia, dove è in corso un processo parlamentare, il che è incoraggiante in quanto tale», ha spiegato l’alto funzionario Ue. Di sicuro l’Europa sa quanto il tema sia caldo nel nostro Paese: «Siamo molto ben consapevoli della sensibilità attorno a questo tema in Italia e ovviamente rispettiamo pienamente il processo parlamentare, ma speriamo in una conclusione positiva del processo il prima possibile», ha aggiunto la fonte.



Come riportato da LaPresse, lo stesso funzionario in merito all’eventuale uscita dell’Italia dal Mes ha commentato: «Non so su quale base giuridica potrebbe accadere. Non sono a conoscenza di alcun modo per farlo. Ancora una volta, questo non è il diritto dell’Ue, questo è un trattato internazionale. Quindi bisogna chiedere a un avvocato». Peraltro, fa notare che «politicamente, probabilmente sarebbe l’ultima cosa che verrebbe mai in mente a qualcuno».