Le date sono importanti e spesso rivelano più delle mera entità numerica: a luglio Francia e Germania presentano la riforma del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità, l’ormai “famoso” fondo Ue Salva-Stati), l’Italia dà il “bene placito” tramite il Premier Conte ma senza il via libera ufficiale di Lega e M5s. Oggi il Ministro Gualtieri riferisce in Senato l’intera posta in palio sul caso-caos Mes (arrivando al profondo scontro con Centrodestra e parte del M5s, ndr), il 10 dicembre prossimo il Premier Conte riferirà in Parlamento e solo tre giorni dopo, il 13 dicembre, è previsto il voto in Europa sulla riforma del Mes. Bene, chiariti i termini si può entrare nel “fact checking” di quanto è possibile sapere ad oggi sull’intricatissima vicenda: l’accusa di Salvini, Di Maio e Centrodestra è chiara e netta, “Conte ha negoziato senza l’ok del Parlamento italiano e ha “promesso” a Parigi e Berlino l’appoggio dell’Italia sulla rinegoziazione del Mes. La “difesa” oggi ha cominciato con il primo “testimone” Gualtieri ma avverrà in maniera più completa il prossimo 10 dicembre con l’intervento del Presidente del Consiglio. «Sul Meccanismo europeo di stabilità è possibile riaprire un negoziato? La mia valutazione è no. Il testo è stato chiuso. C’è un lavoro su aspetti esterni», ha spiegato oggi il titolare del Mef scatenando le ire dei banchi della Lega durante l’audizione a Palazzo Madama. Nei prossimi mesi il Parlamento sarà chiamato a ratificare o meno il testo della riforma che verrà votato all’Eurogruppo e in Consiglio Ue il prossimo 13 dicembre: «sono fiducioso», ha ripetuto Gualtieri. Il vero terreno di scontro sul fronte Mes oggi è avvenuto però su un altro punto, ovvero le parole di Ignazio Visco (Governatore di Bankitalia) che nelle scorse settimane hanno di fatto lanciato l’allarme sulla pericolosità di un “nuovo” Mes: oggi Gualtieri ha attaccato duramente il Centrodestra accusando alcuni parlamentari di aver “manipolato” le dichiarazioni del Governatore per usarle come “prova” contro la riforma Fondo Salva-Stati, «Lei – ha detto Gualtieri rivolgendosi al senatore Adolfo Urso (FI) – ha manipolato l’affermazione del governatore Ignazio Visco, il quale ha poi precisato che questa riforma non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione del debito sovrano, non c’è scambio fra assistenza finanziaria e ristrutturazione debito».
COSA HA DETTO VISCO?
Già, ma cosa ha veramente detto Ignazio Visco tanto da scatenare una bufera nella già polveriera Mes? «I piccoli ed incerti benefici di una ristrutturazione del debito devono essere bilanciati con il rischio enorme che il semplice annuncio di una sua ristrutturazione possa innescare una spirale perversa di aspettative di default, le quali potrebbero rilevarsi autoavveranti», così era scritto e tuttora rimane nelle 7 pagine di relazione in inglese lette da Visco durante un seminario prestigioso a Roma negli scorsi giorni. Il Fatto Quotidiano l’ha definita «una delle più dure uscite del governatore sullo stato della regolazione finanziaria europea», e tanti esponenti dell’opposizione si sono scagliati contro il Premier Conte per aver negoziato il Mes, in segreto, con Merkel e Macron. «Le preoccupazioni sul Meccanismo europeo di stabilità, che adesso in alcuni settori sembra suscitare grande interesse, sono del tutto infondate e basate su informazioni non precise e non corrette», ha ribadito oggi Gualtieri in aula, ma leggendo quanto affermato da Visco non tutti i torti li hanno chi ha visto nel suo intervento un monito molto allarmato sulla vicenda Mes. «Chiede di interrompere lo stallo nel completamento di un’unione monetaria tuttora incompleta e vulnerabile agli shock finanziari e si sofferma sul debito pubblico come fonte di rischio sistemico», riporta Liturri su La Verità in merito ai passaggi più delicati di Visco. Non solo, spiega ancora il quotidiano diretto da Belpietro nel riassumere l’intervento del Governatore «ridurre l’esposizione al rischio del debito sovrano delle banche è mero palliativo, infatti trasferisce il rischio da un soggetto all’altro, ma non lo elimina. Per far ciò serve un fondo sovranazionale a cui trasferire il rischio, finanziato dapprima dai paesi partecipanti ed in ultima istanza da eurobond». Bankitalia ha poi cercato di “ammorbidire” l’esito di queste parole ma ormai il giudizio era tratto e dato, con annesso caos politico generato.
MES, BANKITALIA E “NUOVA” MAGGIORANZA
«Chi scrive che la riforma del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) introduce una ristrutturazione automatica del debito dice una cosa falsa», ha detto ancora Gualtieri, anche se la stessa non si può escludere e dunque questo già basterebbe per far smuovere allarmati tutti i mercati. Da ultimo, il Ministro dell’Economia garantisce «Il Meccanismo europeo di stabilità non può occuparsi di politiche economiche e la volontà del ministero delle Finanze tedesco di farne una sorta di ministero delle Finanze europeo che si occupasse di politiche economiche non ha prevalso nella riforma del trattato istitutivo». Secondo il direttore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta, raggiunto dal Foglio, la vicenda è più “morbida” di quanto descritto dai media nel “riassunto” di quelle 7 pagine di Visco: «la Banca d’Italia non deve valutare se il paese dovrà o meno sottoscrivere un trattato internazionale, casomai può fare un’analisi tecnica su cosa c’è scritto in quel trattato. Però la riforma del Mes, il meccanismo europeo di stabilità, un organismo che ormai opera da dieci anni, in una situazione intergovernativa, di cui l’Italia è il 3 contribuente, introduce alcune norme “tecniche” per farlo funzionare meglio. Nessuno stravolgimento». Al netto delle vicende tecniche, il vero problema politico è che il voto in Eurogruppo si avrà tre giorni dopo l’intervento del Premier Conte al cui termine si avrà una normale votazione sula risoluzione: se il M5s manterrà la linea “dura” contro il suo stesso Presidente del Consiglio, si potrebbe assistere paradossalmente ad un cambio di maggioranza. Ora, da qui alla caduta del Governo – ricordiamo che siamo in piena discussione sulla Manovra – di tempo e polemiche ne passano, ma di certo il caso Mes non ha finito per nulla di mietere polemiche e preoccupazioni attorno al futuro politico dell’Italia e dell’Europa.