Nuova lite tra Conte e Salvini scatta questo pomeriggio sul fronte Mes dopo che è diventato virale un breve video di Fanpage che vede il leader leghista non sapere, a domanda provocatoria richiesta, quale sia il significato dell’acronimo “Cacs”, le cosiddette clausole di azione collettiva sul debito (sapeva che erano clausole, non sapeva l’esatta dicitura dell’acronimo, ndr). «Ha risposto sulle Cacs (Collective action clause, ndr)? No. E allora si informi prima di parlare», attacca Conte nella infinita lite a distanza col nemico “verde”, dopo che gli era stato riportato il primo attacco di questa mattina del leader leghista proprio sul trattato negoziato nella notte all’Eurogruppo. Immediata la contro-replica di Salvini che ai cronisti sottolinea «È ossessionato da me, ma gli italiani lo pagano per risolvere i problemi, non per insultarmi». Nel frattempo nell’intricato piano fondo Salva-Stati spunta la testimonianza diretta di un protagonista nei mesi passati dei rapporti Italia-Ue, ovvero l’ex Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: ad un meeting organizzato da Il Tempo, l’europeista già Ministro nel Governo Letta ha rivelato «in Consiglio dei ministri non ricordo analisi approfondite sul Mes. Di tanto in tanto lo abbiamo menzionato..», contraddicendo così lo stesso Premier Conte che ha invece ribadito in Senato che di quel provvedimento se ne era parlato approfonditamente e in più occasioni anche davanti a Salvini e Di Maio .



MES, IL NEGOZIATO SEGRETO: ECCO COSA È SUCCESSO QUESTA NOTTE

Nella notte il “negoziato segreto” ha modificato il Mes in alcuni punti e l’Italia, come vi abbiamo spiegato qui sotto, ha ottenuto alcuni successi che possono ora messi sul piatto della maggioranza di Governo per trovare un accordo-quadra tra il M5s e il Partito Democratico. Come raccolto dal Sole 24 ore, la prima parte della serata di ieri è stata dedicata alla chiusura di una serie di aspetti tecnici rimasti aperti nonostante i negoziati diplomatici degli ultimi mesi; sulla firma vera e propria del Mes però il rinvio è fissato al prossimo marzo anche se non per motivi legati al “veto” italiano. Ancora il Sole, «Sulla firma vera e propria del nuovo trattato vi è stato un rinvio al primo trimestre del 2020, in particolare per via delle difficoltà a chiudere le traduzioni in 24 lingue e dei lunghi iter nazionali (l’Austria e la Francia in particolare hanno bisogno di rispettare tempistiche e procedure particolari)». L’Italia nello specifico, oltre ad alcuni punti che verranno poi discussi successivamente sulle clausole CACs, ha ottenuto che nella lettera che il presidente dell’Eurogruppo Mário Centeno deve trasmettere al neopresidente del Consiglio europeo Charles Michel per il prossimo Consiglio Ue, «si citi indirettamente la possibilità – sempre prevista dagli accordi tecnici, mai negoziata ieri – di avere discrezionalità al momento dell’eventuale ristrutturazione. Si tratterebbe del potere di ciascun governo di adattare l’operazione allo specifico mercato obbligazionario», riporta il Sole 24 ore.



CENTENO, “ACCORDO DI BASE TROVATO SUL MES”

Arrivano conferme in merito alla bozza di accordo raggiunto sul Mes. Dopo le parole del ministro del Tesoro, Gualtieri, ecco quelle di Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo, che ha ammesso di aver raggiunto un’intesa su “tutti gli elementi della riforma” del Mes, incluse le “note esplicative” sulle clausole di azione collettiva (Cacs), per cui l’Italia si è battuta molto durante la riunione apposita. Lo stesso Centeno ha spiegato che servirà ancora del lavoro tecnico su altri aspetti, e che la vicenda potrà dirsi chiusa solamente nella riunione di gennaio; nel corso del primo trimestre del 2020, poi, il testo sarà tradotto nelle diverse lingue, per essere ratificato nel secondo semestre. “E’ una soluzione bilanciata – ha aggiunto e concluso Centeno – devono capirlo tutti i Paesi“. Del dibattito sul fondo Salva-Stati ne ha parlato anche il commissario Ue, Paolo Gentiloni: “C’è stata una discussione che ha coinvolto diversi paesi ieri sera, su aspetti secondari, legali, difficili da spiegare, una discussione in cui almeno 5-6 paesi sostenevano opinioni diverse. Non c’è stato nessun processo legato a un solo paese. Nessun paese ha nulla da rischiare da questo nuovo meccanismo di backstop e tantomeno l’Italia“. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MES, GUALTIERI “STOP TRATTATO”

E in serata arriva lo stop al Mes: successo della trattativa di Gualtieri e del Governo? Sicuramente, ma è altrettanto vero come la road map fosse decisa da tempo con il voto sulla riforma del trattato sul Fondo Salva Stati già prevista per il 2020. Riuniamo però i fatti, come sempre la cosa migliore: durante la stesura delle conclusioni sulla trattativa del “nuovo” Meccanismo Europeo di Stabilità, l’Italia ha bloccato il negoziato per un tempo indefinito ma utile a trovare un accordo interno al Governo e nello tesso tempo la possibilità di attuare effettivamente quella “logica di pacchetto” che Conte e Gualtieri chiedono all’Ue. In sostanza l’Italia ieri sera ha ribadito che assieme alla riforma del meccanismo salva-Stati servirà anche l‘Eurobilancio e l’Unione bancaria, compresi regolamenti e allegati vari: giusto ieri Bruxelles ha iniziato la riunione dei ministri dell’Economia partendo dagli allegati, ovvero dalle clausole di azione collettiva (le cosiddette Cacs, ndr) che rendono meno difficile un’eventuale ristrutturazione del debito di uno Stato che chiede l’intervento del Mes. «Abbiamo impedito di concludere finché tutti i punti che ritenevamo essenziali fossero stati definiti», ha spiegato stamani il Ministro dell’Economia al termine dell’Eurogruppo. Poi sulle Cacs ha aggiunto «ho detto con chiarezza che non avrei acconsentito di chiudere finché non si sarebbero esplicitate le condizioni che poneva l’Italia, e c’è stato un negoziato intenso».

MES, LA “NUOVA” ROAD MAP

Ieri il presidente Centeno aveva ribadito come il trattato sul Mes fosse chiuso già da giugno e che non vi era motivo per un rinvio o una nuova discussione: questo aveva scatenato l’ira del Centrodestra con Salvini e Meloni sul piede di battaglia attaccando il Premier Conte per il suo intervento in Senato. Gualtieri in effetti alla Commissione Finanze aveva spiegato che il testo del Fondo Salva Stati era praticamente non emendabile, ma Conte poi aveva cambiato versione parlando di firme ancora tutte da mettere e da possibili “veti” che l’Italia avrebbe potuto esercitare. In effetti nella notte un breve stop è stato concesso per insistenza del nostro Paese, ma la road map prevedeva già un voto sul Mes all’inizio del 2020 e così sarà, anche se ancora non è stata stabilità la piena calendarizzazione. Quel che è di certo è che il Salva-Stati non sarà oggetto dell’Eurosummit e Consiglio Ue di metà dicembre, il che fa respirare il Governo dilaniato dalle liti interne Di Maio-Pd-Renzi proprio sul Mes: ma non elimina il problema alla base. Poco fa intervenendo da Bruxelles, il neo-Commissario agli Affari Europei Paolo Gentiloni, commentando l’esito dei lavori di ieri all’Eurogruppo, ha spiegato «bisogna lavorare per un Meccanismo di Stabilità Europeo migliore».

MES, SALVINI VS GUALTIERI: “RINVIO FINTO”

Parlando ancora da Bruxelles, Gualtieri aggiunge sul Mes «Io sono fiducioso che su questa base sia possibile raggiungere un consenso nella maggioranza perché complessivamente è una situazione migliore di quella di partenza. È demagogia priva di fondamento la campagna di Salvini e della destra». Secondo il n.1 del Mef la giornata è stata positiva e l’Italia, con il suo “veto”, avrebbe raggiunto tre obiettivi: «la possibilità di una subaggregazione dei titoli” (nell’ambito delle clausole Cacs, ndr), le ipotesi di condizionalità sul backstop e l’eliminazione dalla roadmap a riferimenti al trattamento prudenziale dei titoli sovrani». Non certo soddisfatto il leader della Lega Salvini che questa mattina a Sky Tg24 Start ha attaccato il Governo «Rinvio? Ricordo che il 2020 inizia a gennaio e finisce a dicembre, chissà magari entra in vigore dopo le elezioni in Emilia Romagna…Cambiamenti? Maddai cambieranno qualche avverbio, qualche aggettivo al massimo…». Il M5s invece replica con Laura Agea da Bruxelles, «il Ministro Gualtieri ha tenuto fede all’ accordo, non ha dato luce verde al Mes. Ora risoluzione di maggioranza in Parlamento, noi non firmiamo finché non conosceremo le altre riforme nel dettaglio. Ci vorranno mesi per capire se il pacchetto va a favore dell’Italia».