Non sempre gli articoli più complessi sono quelli che aiutano di più a comprendere i difficili retroscena della politica economica Ue nelle ore convulse del Consiglio Ue: accade così che su Milano Finanza di questa mattina il direttore Roberto Sommella, per far capire cosa potrà avvenire nel vertice Ue sugli aiuti necessari contro il coronavirus, in pochissime righe riesce a dare due input chiarissimi e comprensibili. «Finita la pandemia termina la carità», con questa premessa l’editoriale si addentra sul pacchetto di aiuti (MES-BEI-SURE e titoli di stato acquistati da BCE) che verrà varato dal Consiglio Ue dopo l’accordo in Eurogruppo, a dispetto delle velleità “ribelli” del Governo Conte.
Come ribadito anche oggi nelle ricostruzioni sul Sussidiario, pure Milano Finanza ribadisce sulle proprie fonti «L’Italia darà comunque il suo assenso di massima all’accesso del pacchetto di aiuti deciso dell’Eurogruppo del 9 aprile scorso che vanno dal Recovery Fund attivato dalla Commissione Ue, alla Bei, al fondo Cure e al Mes». Ok al Fondo Salva Stati che potrà garantire 37 miliardi di euro di prestiti all’Italia senza “condizionalità” per le spese sanitarie dirette e indirette, ok all’interno pacchetto con BEI e SURE ma soprattutto ok al piano di acquisti della Bce ancora di eredità Draghi (l’OMT).
“MES & BCE, OCCHIO ITALIA”
Tutto questo non tanto per l’interesse di accettare un Mes che non convince nessuno (infatti potremmo anche non utilizzarlo, quantomeno non nelle prossime settimane), ma per non perdere l’incentivo della Banca Centrale Europea che già ieri ha dato il proprio assenso anche all’acquisto di titoli in downgrade (titoli “spazzatura”). Sempre Milano Finanza con Sommella spiega poi molto bene cosa però attendere dietro l’angolo il nostro Paese: «Senza il QE della Bce e senza i suoi acquisti senza fine di Btp lo spread sarebbe a quota 500 e dunque insostenibile. E il 3% di rendimento del Btp trentennale ne è una lampante conferma».
Per questo motivo è fondamentale l’accesso al Mes, non certo per la “bontà” dello strumento e nemmeno per l’effettiva utilità di quei 37 miliardi: resta però il problema di partenza, ovvero che quello della Bce – come avvenuto con il QE a suo tempo – non può durare in eterno. Come ribadito dallo stesso titolo azzeccatissimo di MF, «finita la pandemia termina la carità». Per questo motivo è fondamentale riuscire a portare a casa un buon accordo sul Recovery Fund che nei prossimi mesi dovrà sostenere e non poco le economie dei Paesi Ue, Italia in primis.