Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti lunedì prossimo all’Eurogruppo dovrà riferire ai colleghi dell’Eurozona le ragioni del voto contrario del Parlamento italiano alla ratifica del trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), che ne ha impedito l’entrata in vigore dal primo gennaio. Il clima è stato anticipato dal ministro delle Finanze belga Vincent van Peteghem che, durante un incontro con la stampa per l’avvio del semestre di presidenza belga, ha dichiarato: «La prima opzione resta che l’Italia ratifichi la riforma del Mes, è lo scenario maggiormente preferibile. Ho ascoltato le parole della presidente Meloni sulla riapertura del dibattito sul backstop del Mes, mi sembra difficile che accada».
Il no del governo italiano alla ratifica del Mes è stato accolto negativamente dagli altri Paesi membri, che invece hanno completato l’iter, rispettando l’impegno preso nel 2021 sottoscrivendo l’accordo. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, ora vengono messe in dubbio credibilità e affidabilità dell’Italia a causa di questa decisione che, peraltro, complica i prossimi negoziati sul completamento dell’unione bancaria, tema ritenuto urgente. «Visto che il backstop del Mes non è disponibile è importante andare avanti sulla riforma per la gestione delle crisi bancarie e l’assicurazione dei depositi», ha chiarito il ministro.
DAL PATTO DI STABILITÀ AL BILANCIO UE: LE SFIDE DELLA PRESIDENZA BELGA
La presidenza belga deve anche trovare un accordo col Parlamento Ue sulla riforma del patto di Stabilità, dopo che il 20 dicembre i Paesi Ue hanno raggiunto la loro posizione negoziale. La votazione del Parlamento europeo è prevista la prossima settimana, poi inizierà il trilogo, cioè il negoziato tra le tre istituzioni europee, ma i margini di manovra sono molto stretti, così come il tempo per trovare un accordo. Il ministro belga ha spiegato che l’obiettivo è portare a termine i negoziati «entro marzo per arrivare alla ratifica finale in aprile». Ma sarà la revisione di medio termine del bilancio Ue il primo banco di prova del Belgio, perché da ciò dipende il pacchetto di aiuti da 50 miliardi per l’Ucraina che è stato bloccato a dicembre dal premier ungherese Viktor Orban.
A febbraio ci sarà un Consiglio europeo speciale, in vista del quale il premier belga Alexander De Croo ha detto di «cercare una soluzione a Ventisette», anche se l’Ue sta lavorando pure ad una soluzione a 26. Inoltre, c’è la scelta del successore di Charles Michel, che lascerà l’incarico di presidente del Consiglio europeo in anticipo in caso di elezione al Parlamento europeo. I leader Ue vogliono evitare che l’incarico ad interim passi a Orban.