Il Premier Conte nelle sue comunicazioni in Parlamento non ha fatto accenno alcuno al Mes e così il partito di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova – Più Europa – ha preparato una risoluzione (a firma Bonino al Senato e Magi alla Camera) per provare a stanare il Governo sulla richiesta di accesso al Meccanismo Europeo di Stabilità in vista del prossimo Consiglio Ue di fine settimana. «La maggioranza è di una opinione assolutamente diversa, l’unica via che si trova come collante è il rinvio. Il Sure e il Mes sono disponibili subito, questo deve essere chiaro ai cittadini; il New generation fund, ammesso che ci vada di lusso, sarà disponibile una parte nel 2021, la parte più sostanziosa fine 2022, inizio 2023..», si legge nella parte centrale della risoluzione di cui siamo entrati in possesso. Ancora non è chiaro proprio il tema della calendarizzazione della doppia mozione Camera-Senato di +Europa: potrebbe tenersi oggi, potrebbe slittare a domani o essere del tutto annullata dall’esecutivo, ancora non è chiaro e su questo i partiti si stanno dividendo ulteriormente in Parlamento.



Nel Governo il M5s è del tutto contrario al Mes e dopo la mancata revoca ai Benetton nel dossier Autostrade potrebbero non voler cedere un secondo enorme punto del loro programma: Pd-Iv-LeU di contro sono favorevoli al Mes, così come Forza Italia con Berlusconi che ancora una volta oggi è stato chiaro sul Salva-Stati da 36 miliardi per l’Italia per le sole spese sanitarie, «chi dice di no al Mes puà avere una sola motivazione razionale: far fallire l’Euro e l’Europa», ha spiegato il Cav nell’intervista a Wall Street Italia. Lega e FdI hanno già fatto capire in Parlamento (interventi di Giorgia Meloni e Claudio Borghi alla Camera) di essere contrari al Mes ma di voler anche loro “stanare” il Governo sul tema così divisivo. Secondo Paolo Costanzo sui social di Più Europa, «Forza Italia non voterà la risoluzione Bonino per lealtà ai sovranisti, il PD per lealtà a M5S. I contribuenti e i cittadini italiani ringraziano per il danno erariale da 500 milioni annui e per l’inadeguatezza del Sistema sanitario, delle scuole e dei luoghi di lavori».



IL TESTO DELLA MOZIONE BONINO SUL MES

«Come ha confermato la Banca d’Italia, se dovesse utilizzare per intero la linea di credito del MES, che ha interessi prossimi allo zero, l’Italia risparmierebbe circa 500 milioni all’anno per dieci anni, rispetto al costo delle emissioni agli attuali tassi di mercato», si legge nel testo della risoluzione di Emma Bonino presentato in Senato dopo diversi mesi in cui Più Europa (e non solo) richiedevano un voto chiaro, semplice e netto sull’accesso o meno al fondo Mes dopo il via libera della Commissione Europea. Il Governo teme la frattura profonda e fino ad oggi ha sempre rinviato la problematica con il Premier Conte che nel merito ha sostenuto anche di recente di volersi occupare di Mes solo una volta che il negoziato europeo sul Recovery Fund fosse avviato.



Di contro, Più Europa intende l’esatto contrario: «il ricorso sollecito da parte del nostro paese alle linee di credito definite in sede europea nell’ambito di una risposta straordinaria all’emergenza Covid-19 a favore dei paesi più colpiti, compresa quella del MES, renderebbe più credibile la spinta negoziale dell’Italia affinché le risorse del Recovery Fund previste nella proposta della Commissione vengano eventualmente incrementate e comunque non decurtate o limitate nei termini di utilizzo in sede di Consiglio europeo». Chiedendo al Governo di far applicare il prestito Mes da 36 miliardi per l’Italia, la senatrice Bonino (che parlerà dopo le comunicazioni del Presidente Conte previste per le ore 15) aggiunge «l’accesso alla linea di credito del Pandemic Crisis Support non comporta alcuna condizionalità macroeconomica, né il ricorso al meccanismo di sorveglianza rafforzata dei conti pubblici da parte del MES».